Biglietto e cartucce per farsi pagare il “pizzo”, 20enne in manette
Una serie di atti intimidatori erano avvenuti ai danni di alcuni esercizi commerciali di Nicastro, nel catanzarese, tra il gennaio ed il febbraio scorso. I carabinieri di Lamezia Terme ritengono ora di aver fatto luce su quanto accaduto e dopo una serrata indagine hanno notificato stamani un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale del capoluogo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
A finire in manette è stato un 20enne. Gli investigatori hanno ricostruito dettagliatamente i percorsi del giovane, acquisendo documentazione ed eseguendo riscontri anche scientifici sulle prove a carico del 20 enne, tra l’altro già arrestato lo scorso 10 febbraio quando confessò alcuni fatti simili.
I militari ritengono pertanto di aver accertato - “in modo inequivocabile”, sostengono - che Galluzzi sarebbe l’autore di quanto avvenuto il 26 gennaio, quando davanti all’ACI di Michele La Rosa sarebbe stato posizionato un biglietto con una minaccia (“mettevi a posto senno’ la prossima volta pagheranno i vostri familiari”, vi era scritto sullo stesso), insieme a 3 cartucce di fucile. Al giovane è contestato anche l’incendio, avvenuto il 5 febbraio, della Smart dello stesso La Rosa.
Gli inquirenti ritengono inoltre che Galluzzi sia l’autore delle minacce avvenute rispettivamente: il 20 gennaio, quando vennero trovate tre cartucce davanti al supermercato Conad di Via Piave; il 26 gennaio, giorno in cui nuovamente vennero posizionate tre cartucce da caccia ed bigliettino con su scritto “ancora non ti sei regolato ti teremo la vita impossibile”; ed, infine il 28 gennaio, quando davanti alla saracinesca del negozio “Golden Black”, furono recapitate altre tre cartucce di fucile ed un bigliettino di minacce.
Al 20enne è stato contestato, per tutti gli episodi, la tentata estorsione aggravata perché, “come appurato dal tenore delle minacce dall’utilizzazione di mezzi e modalità tipicamente propri della criminalità organizzata lametina”, spiegano gli investigatori, avrebbe agevolato l’attività delle associazioni che operano a Lamezia Terme, in un presunto disegno criminoso che sarebbe stato volto ad intimorire e obbligare i commercianti della zona a pagare il “pizzo”: la strategia era sempre la stessa, i negozianti venivano dapprima avvisati con un biglietto minatorio e le cartucce e, successivamente, si passava ad un secondo segnale, ovvero l’incendio dell’autovettura, così come avvenuto per l’Aci.
Galluzzi è stato nuovamente ristretto della Casa Circondariale di Catanzaro a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.