Truffa all’Asp di Reggio Calabria: sequestrati beni per 750 mila euro a medico

Reggio Calabria Attualità

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria ha eseguito questa mattina un provvedimento di sequestro preventivo di beni fino all'importo di 750 mila euro emesso dal GIP presso il Tribunale di Reggio Calabria dr. Carlo Sabatini nell'ambito di indagini scaturite da una relazione della Commissione straordinaria dell'ASP depositata nel gennaio di quest'anno sulle prestazioni effettuate dalle strutture private accreditate, in particolare nel campo della riabilitazione. Destinatario del sequestro e di un invito a comparire emesso dai Pubblici Ministeri titolari dell'inchiesta, Il Proc. Agg. dr. Ottavio Sferlazza e il sost. Dott. Francesco Tripodi è il dottor Mario Smorto, quale legale rappresentante della Smorto S.R.L.. A Smorto è contestato il reato di truffa continuata ed aggravata in danno dell'ASP N. 5 di Reggio Calabria perché nel corso degli anni dal 2005 al 2008 avrebbe fatturato e richiesto il pagamento di prestazioni inesistenti, abbinando indebitamente a ciascun ciclo di trattamento ed a ciascuna prestazione riabilitativa (ad esempio massaggi, magnetoterapia, infrarossi, ecc.) una prestazione tecnica di "valutazione" (del tono muscolare) in modo da realizzare una sostanziale indebita duplicazione di quanto dovuto per ogni prestazione. Da quanto accertato la struttura non era materialmente in grado di eseguire queste prestazioni aventi un tempo minimo di esecuzione prestabilito sulla base del personale impiegato e della caratteristica del servizio. L'enorme numero di prestazioni fatturate in eccesso è risultato in misura talora pari al doppio di quanto contrattualmente concordato. In relazione ai pagamenti richiesti tutti al di là del contratto (c.d. extrabudget) che non potevano essere liquidati l'azienda - al pari di numerose altre - fidando sulla totale assenza di controlli interni chiedeva ed otteneva decreti ingiuntivi che non venivano contestati.

LE INDAGINI | L'indagine appare strettamente legata all'altra inchiesta ancora in corso sempre in carico alla Guardia di Finanza di Reggio Calabria concernente il cosiddetto "sistema" dei decreti ingiuntivi: l'omesso controllo delle prestazioni da parte degli uffici preposti alla specialistica convenzionata si correlava infatti all'atteggiamento passivo dell'azienda che non contestava i decreti ingiuntivi emessi dal Tribunale e subiva ingenti danni per l'esecuzione forzata delle somme sulle quali si formava un titolo esecutivo. Una parte non irrilevante del debito fuori bilancio dell'ASP n. 5 trova spiegazione in quest'assenza di controlli cui la Commissione straordinaria ha cercato di ovviare istituendo un efficace servizio ispettivo e di monitoraggio operativo a pieno regime dall'estate 2009 affidato a funzionari non coinvolti nella precedente gestione che ha portato all'emergere di gravi irregolarità e a significativi risparmi di spesa. Nell'ambito del filone attinente questo aspetto sono indagati tra gli altri la dott.ssa Aida Barbalace, dirigente del settore fino all'anno 2008, che già interrogata in ordine agli omessi controlli si è avvalsa della facoltà di non rispondere e l'ex Commissario straordinario Renato Caruso al quale è stato contestato di avere omesso ed ostacolato il normale funzionamento dei servizi ispettivi. Sono in corso accertamenti sulla passata gestione dell'ufficio legale e sulla posizione di altri indagati.