Poste verso un ulteriore tranche di privatizzazione. La contrarietà della Slc-Cgil
“In programma varie iniziative di protesta. Nel frattempo proclamato sciopero delle prestazioni aggiuntive. Le segreterie regionali della Calabria, unitariamente, esprimono forte contrarietà e grande preoccupazione in merito alla notizia dell’avvio di una seconda tranche di collocamento sul mercato del capitale di Poste Italiane, ed annunciano una serie di iniziative di protesta per coinvolgere la collettività, invitando fin da subito i lavoratori a sospendere le prestazioni aggiuntive.” È quanto si legge in una nota della segreteria regionale Slc Cgil Calabria.
“Lo scenario attuale – prosegue la nota- prevede, dopo la collocazione, anzi la svendita del 35% dei titoli in borsa, un ulteriore passaggio del 35% sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti ed il passaggio del restante 30% al Ministero Economia e Finanza, probabilmente solo temporaneamente. Questo scenario sembra essere giustificato soltanto dalla necessità di fare cassa per arginare il debito pubblico, senza dare una prospettiva industriale alla più grande azienda italiana.”
“Il Sindacato – continua il comunicato - non può restare indifferente rispetto ad azioni scellerate che garantirebbero solo una minima entrata facendo perdere, nei prossimi anni, centinaia di milioni di euro. Innanzi a questa scelta, inoltre, non sono ancora chiari quali saranno gli impatti occupazionali, né quali saranno le ricadute sulla cittadinanza. Quale sarà, quindi, il futuro per i 140.000 dipendenti, e le loro famiglie? Quali servizi verranno offerti ai cittadini, soprattutto nei territori meno appetibili sotto il profilo del profitto? Quali servizi di carattere sociali continueranno ad essere erogati, soprattutto a tutela delle fasce di popolazione più deboli?”
“Il modo di agire dell’attuale management genera soltanto grande preoccupazione, - scrive la Slc Cgil - soprattutto in Regioni come la Calabria dove la disorganizzazione e l’assenza dell’Azienda dalla Regione si palesa per relazioni industriali inesistenti e quasi sempre solo formali. Mentre con enfasi l’Azienda guarda con interesse al mondo della Finanza e ed agli investitori, pubblicizzando un’immagine caratterizzata da solidità, ricchezza e produzione di utili, la realtà che vivono i propri dipendenti esprime profonda incertezza e precarietà. Dopo aver presentato un piano di riorganizzazione molto impegnativo nel settore PCL, che prevedeva ricadute occupazionali, ma presentava forti investimenti ed azioni di inserimento in segmenti di mercato in evoluzione, azienda ha disatteso i propri impegni, concentrandosi solo sui tagli e sulla riduzione dei costi del personale. Per quanto sopra esposto gli Attivi Unitari dei delegati calabresi di Poste Italiane, hanno dato mandato alle Segreterie Regionali di attivare tutte le procedure a contrasto di questa azione scellerata attuata dal management di Poste Italiane. Si sta svolgendo su tutto il territorio regionale un percorso assembleare per i dipendenti al fine di ricercare la massima disponibilità per le azioni di protesta che saranno da subito messe in campo. A breve saranno realizzate delle manifestazioni territoriali per coinvolgere la cittadinanza attiva informandola sui reali rischi derivanti dalla riorganizzazione messa in campo da Poste Italiane,- conclude il sindacato -puntando al contempo a sensibilizzare i Parlamentari, il Governo regionale, le Istituzioni Pubbliche, i mass media, le Associazioni Consumatori, e tutta la Collettività, a supporto di questa difficile vertenza che impatta l’azienda con il maggior numero di addetti in Calabria.”