Cgil, osservazioni sulla delibera Artical

Cosenza Attualità

"Dopo anni di immobilismo, inefficienze, illegalità, abusi di potere e soprattutto inebrianti dichiarazioni propagandistiche, se pur con qualche riserva, avevamo salutato con viva soddisfazione la nuova riforma sul trasporto pubblico locale operata con la legge regionale n. 35 del 2015, fortemente voluta dal Presidente Oliviero e dall’Assessore Musmanno - soprattutto nelle nobili intenzioni del legislatore di rispondere in maniera adeguata ai fabbisogni di mobilità dei calabresi, che subiscono da anni un trasporto pubblico locale scadente in termini di qualità e quantità dei servizi". E' quanto scrivono il Segretario Generale della FILT-CGIL Calabria Nino Costantino e il Segretario Generale della FILT-CGIL di Cosenza, Giovanni Angotti.

"Finalmente - continua la nota - la suddetta legge n. 35/2015 aveva tracciato le basi per correggere gli atavici e gravissimi errori del passato per realizzare un sistema di trasporti intermodale efficiente ed efficace. La stessa istituzione dell’Autorità Regionale dei Trasporti della Calabria (ART-CAL), disposta dalla legge - soggetto con personalità giuridica di diritto pubblico - capace di operare in piena autonomia funzionale, indipendenza di giudizio e di valutazione, era stata salutata con grande soddisfazione, nella speranza di non aver creato l’ennesimo ente inutile che tradisse le buone intenzioni del legislatore, insomma un ente burocratico, immobile e costoso per la collettività e quindi per i cittadini Calabresi.

Orbene, purtroppo l’attivismo iniziale e l’entusiasmo dimostrato da parte di codesta amministrazione Regionale, del Presidente Oliverio e soprattutto da parte dell’assessore Musmanno, (persona d’indiscussa caratura tecnica che per la prima volta a nostra memoria ha dato veramente uno scossone al settore), al momento non ha prodotto tangibili risultati, anzi.

Ad oggi, la percezione collettiva è che nulla o quasi nulla è mutato rispetto al passato: tutto è ancora fermo al palo e la nostra grande preoccupazione e lo scettro di un possibile commissariamento di questo settore; le varie responsabilità dei burocrati che si sommano ai legittimi ma notevoli interessi di numerose imprese sul nostro territorio, ancora oggi non riescono a concretizzare e a portare a termine il progetto riformatore messo in campo con tanti sforzi da questa amministrazione e dell’Assessore Musmanno; (abrogazione delle 6 società consortili attualmente esistenti e costituzione di un unico soggetto - riprogrammazione dei servizi al fine di evitare sovrapposizioni e quindi spreco di danaro pubblico, una macchina pubblica farraginosa e inefficace, notevoli ed ingiustificati ritardi nei pagamenti delle competenze alle aziende, con conseguenti disagi nei confronti delle imprese (alcune sono sull’orlo del fallimento) e dei lavoratori, discriminazione nel pagamento dei corrispettivi, erogati sulla base di fasce anacronistiche e ingiuste, disagi per la collettività che a causa di un trasporto pubblico inefficiente preferisce spostarsi con la propria auto, creando costi indotti in termini di congestione del traffico, inquinamento atmosferico ed acustico, incidentalità, insomma influendo negativamente sulla qualità della vita dei cittadini calabresi.)

Ma non basta: al danno si aggiunge la beffa: mentre sussistono ancora le suddette gravi carenze a causa dei ritardi nell’attuazione del processo riformatore del TPL, la nuova l’ARTICAL, tramite il suo Commissario, Dottoressa Anita Serio, ha partorito una delle prima delibere che riguarda l’autorizzazione di diramazione e fermate di carico e scarico passeggeri sulla linea interregionale (Cosenza - Bari) di competenza dello Stato, sulla quale la Regione Calabria dunque non può interferire, creando in tal modo ulteriori sovrapposizioni, una concorrenza su linee di competenza regionale gestite da atre aziende di TPL, insomma un ulteriore elemento di confusione, con grandi dubbi di illegittimità e nel silenzio più assoluto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che probabilmente non è stato persino informato.

Le linee interregionali infatti, sono disciplinate dal D.lgs. 285/2005, dal relativo decreto ministeriale di attuazione n. 316/2006 e da una serie di circolari ministeriali. In conformità a tale normativa non sarebbe possibile che una regione rilasci un'autorizzazione al carico e scarico di passeggeri su tratte di competenza regionale interferenti relazioni di traffico rientranti nel campo di applicazione della suddetta normativa.

Tuttavia, pur volendo leggere tale delibera in maniera positiva per via della diramazione e dell’aumento di qualche fermata a costo zero per la Regione Calabria, non possiamo fare a meno di sottoporre alla vostra valutazione le seguenti considerazioni:i servizi a libero mercato sono consentiti secondo l’art. 17 della legge regionale n. 35/2016 nei seguenti due casi: “a) nei casi in cui siano individuati preventivamente agli affidamenti di cui all’articolo 16fra i servizi non necessari a garantire il livello dei servizi minimi e che comunque, nei limiti delle risorse disponibili, non possono essere garantiti mediante i contratti di servizio in maniera più adeguata ai bisogni della comunità;

b) nei casi di cui all’articolo 1, comma 2, alle condizioni dell’intesa prevista oppure, in assenza dell’intesa, qualora l’altra Regione interessata non manifesti il diniego.” Come si rileva dal tenore letterale della norma si evince che, utilizzando il singolare “l’altra regione”: La norma si riferisce dunque a un servizio che collega due regioni di competenza delle due regioni limitrofe (biregionale),e non già a un servizio interregionale, che è tale quando collega più di due regioni (art. 2, comma 1, lett. a), D.lgs. 285/2005; art. 3, comma 1, lett. c), D.lgs. 422/1997). Pertanto, la delibera in questione è chiaramente in contrasto con la stessa legge regionale n. 35/2015; l’autorizzazione suddetta, rilasciata a un solo vettore di linee interregionali, si sovrappone a linee di competenza regionale gestite da altri vettori, finendo col procurare, oltre che un conflitto di competenze tra Stato e Regione, il paradosso che la Regione Calabria faccia la concorrenza a propri servizi, e ciò sarà con molta probabilità causa di un contenzioso dall’esito scontato, che oltretutto ritarderebbero ancora di più la corretta applicazione della legge n. 35/2015, infliggendo così un altro duro colpo al TPL. Calabrese. Peraltro in Calabria sono presenti, un considerevole numero di Aziende, compresi molti padroncini che effettuano giornalmente servizi di trasporto su linee interregionali in subappalto, e se a tutti loro - evitando dunque discriminazioni di sorta - fosse concessa dall’Art-Cal l’’autorizzazione di diramazioni e fermate per il carico e lo scarico passeggeri, (apparentemente un costo in meno per la regione) gli introiti tariffari delle linee regionali diminuirebbero sensibilmente e ciò determinerebbe inevitabilmente il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 35% di copertura dei ricavi del traffico (a meno che la Regione non aumenti i prezzi dei biglietti sulle linee di propria competenza), con una conseguente decurtazione della quota spettante alla Regione Calabria del Fondo nazionale trasporti. Per quanto sopra, invitiamo codesta Regione a intervenire nei confronti dell’Art-Cal, affinché ponga rimedio a tale incresciosa e illegittima situazione. In caso contrario, nell’interesse più apprezzabile della collettività calabrese, ci vedremo costretti a intervenire nelle sedi opportune".