In arrivo la salvietta di San Francesco di Paola

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Venerdì 22 luglio, alle 11, arriverà presso l'auditorium S. Agostino di Paola la sacra reliquia della salvietta di San Francesco. A scortarla l'assessore del comune di Vietri, Vincenzino Alfano e una delegazione della città di Vietri Sul Mare (Salerno). A seguire, si svolgerà la cerimonia di gemellaggio con la città del tirreno cosentino. Inoltre, alle 12 è prevista la Santa Messa presso la Casa natale del taumaturgo calabrese e la reliquia rimarrà esposta per tutta la giornata consentendo ai pellegrini visite di preghiera. Infine, sabato 23 e domenica 24 luglio è previsto un itinerario nelle parrocchie della cittadina.

Continua, a Paola, il fitto programma di iniziative promosso dalla Consulta Comunale per celebrare il VI Centenario della nascita di San Francesco. L'organo consultivo si occupa di redigere il programma delle celebrazioni per il VI centenario della nascita di San Francesco di Paola, coordinato da Maria Pia Serranò, consigliere comunale e Presidente della III Commissione e presieduto dal Sindaco Basilio Ferrari.

La storia della salvietta. Esiste un nesso logico-temporale tra la cittadina di Vietri sul Mare, come detto in provincia di Salerno, e Paola. Nel 1483 il re di Francia Luigi XI chiama in patria San Francesco. Prima dell'avvicendamento franco, transita a Salerno. Nella città campana, l'Eremita calabrese viene accolto da un'enorme massa popolare con tutti i delegati reali del Regno di Francia e di Napoli. Furono, però, i coniugi Capograsso, appartenenti ad una famiglia antica di Salerno, illustre, molto devota, ma destinata ad estinguersi perché tutti i figli morivano in tenera età, ad avere l'onore di ospitarlo. I Capograsso parlarono con San Francesco esponendo questa preoccupazione. Questi ne ebbe compassione, promise di pregare per la loro sorte e disse: “Non rassegnatevi perché il Signore vi manderà ancora altri figli, i quali perpetueranno il vostro casato”.

La profezia si avverò e la famiglia divenne numerosa. Nel XVII secolo i Capograsso si trasferirono nella città di Sulmona, dove tutt'oggi vivono discendenti diretti. Secondo la tradizione, mentre il taumaturgo di Paola consumava il suo magro pasto si avvide di un pittore che, di nascosto, cercava di ritrarlo. Francesco si riteneva indegno di qualsiasi onore e venerazione in segno di disapprovazione, si coprì il volto con la salvietta e Dio, ad esaltare il suo servo, compie il prodigio: sul lino di essa restarono i lineamenti del volto. Nel 1656 i discendenti dei Capograsso (probabilmente ispirati dal Santo) si ritirarono a Benincasa per evitare la peste. Finita quest'ultima, alcuni rappresentati della famiglia, rimasti in città, donarono la salvietta del Santo alla chiesa, la quale costruì un artistico altare di marmo con dossale dove venne deposta la preziosa reliquia. La salvietta con il vero volto del Santo viene portata in processione accanto alla statua del santo patrono l’ultima domenica di agosto di ogni anno.