Taglio Province, Cgil: “Situazione critica”
"La situazione delle Province è critica – affermano la Cgil di Catanzaro e la categoria Funzione pubblica dello stesso sindacato - non solo per i tagli previsti dal Decreto Legge 113/2016 (che mettono a rischio la continuità e qualità dei servizi erogati - in particolare scuole e strade provinciali, rete museale e parco della biodiversità- l’approvazione del bilancio e il pagamento degli stipendi dal mese di ottobre), ma anche per i ritardi, le lacune, le contraddizioni che si registrano nel processo di riordino delle funzioni amministrative di regione ed enti locali innescato dalla legge Delrio, su cui incombe l’incognita del referendum costituzionale, che interessa anche la sorte dell’ente intermedio”.
“La sensazione più diffusa tra i dipendenti è l’incertezza, perché in mancanza di un disegno chiaro e definito, si naviga a vista ed anche chi tiene il timone (il legislatore nazionale e regionale) non conosce la destinazione. Ma cosa altrettanto grave , non viene attuato quel processo partecipato più volte annunciato, che dovrebbe condurre ad una legge regionale di riordino ampiamente condivisa. In attuazione della L.R. n.14/2015 la Regione Calabria, da istituzione dedicata alla programmazione, ha riassunto diverse funzioni di gestione, prima esercitate dalle province. Intanto, in virtù di una legge regionale antecedente alla Delrio, si costituiscono nuovi soggetti di programmazione e gestione di servizi per ambiti ottimali ( la Comunità d’Ambito per la gestione dei rifiuti)”. La Fp Cgil ritiene che “sia fondamentale individuare preliminarmente quali siano i livelli ottimali di programmazione ( regionale e di area vasta) e quali quelli di gestione dei servizi pubblici (Unioni di comuni), evitando sovrapposizioni che causano interferenze tra enti e maggiori costi.
“Se non si definiscono le geometrie istituzionali - proseguono dalla Cgil - si rischia di mettere in campo un modello oggi per smontarlo tra qualche mese, nella consapevolezza che processi di riorganizzazione permanenti determinano solo incertezza ed instabilità che non giovano né ai servizi, né ai cittadini, né ai dipendenti. In tale contesto si inserisce il disegno di legge regionale, di iniziativa del consigliere regionale On. Greco, il quale propone di rinviare la riorganizzazione delle funzioni ambientali ad un successivo provvedimento legislativo, e addirittura prevede che “ le funzioni già attribuite alle Province dalla L. R.34/2002, in materia di territorio, urbanistica, e gestione dei rifiuti, continuino ad essere esercitate dalle stesse fino all’emanazione di specifiche norme regionali di settore”, non tenendo conto che il personale ed i relativi procedimenti sono già stati trasferiti dalle province alla regione in base alla LR n. 14/2015, imponendo, sic et simpliciter, una paradossale marcia indietro, spostando nuovamente fascicoli, personale e strumenti, da ricollocare in seguito secondo il disegno definitivo.
“A tutto questo bisogna aggiungere altri due elementi di difficoltà: la riduzione del personale che ha determinato in alcuni casi la disgregazione delle strutture organizzative, e l’età media dei dipendenti molto alta per effetto del blocco delle assunzioni. Se la Provincia, ormai ente di secondo livello, è la casa dei comuni, risente anche della situazione di difficoltà finanziaria e precarietà di questi enti. Nei piccoli comuni fino ai 5.000 abitanti, la gestione associata obbligatoria delle funzioni fondamentali non decolla e il termine per adempiere viene rinviato di anno in anno (ultima proroga dicembre 2016). Il ricorso reiterato alle proroghe dimostra scarsa convinzione sulla strada da percorrere, oltre al fatto che i comuni si oppongono ad una imposizione per legge.
“E’ comunque evidente che nella riforma del sistema pubblico non si può guardare solo alla spesa, è necessario mettere al centro la qualità dei servizi e della vita nei territori. Non bastano incontri formali ed episodici, bisogna investire tempo ed energie nella creazione di un laboratorio in cui far interagire le esperienze, le diverse realtà ed istituzioni locali, le buone pratiche, valutare le ragioni delle resistenze al cambiamento, confrontarsi fino a delineare un percorso chiaro e coerente, in cui anche i dipendenti possano sentirsi partecipi , e ritrovare non solo maggiori certezze sul proprio destino, ma anche l’entusiasmo e le motivazioni necessarie al rinnovamento della pubblica amministrazione”.
La Fp Cgil a livello nazionale ha “formalmente richiesto la riduzione del prelievo di risorse e lo sblocco del turnover. A livello regionale condivide l’appello lanciato dall’UPI Calabria rivolto ai parlamentari calabresi e al governo regionale, affinché vengano sostenuti gli emendamenti proposti dall’UPI al decreto legge, sollecitando la Regione Calabria affinché l’approfondimento ed il confronto sul riordino complessivo delle funzioni amministrative di regione ed enti locali assumano la centralità dovuta, alla cui risoluzione è legato il destino, non solo dell’ente intermedio, ma - concludono - dell’intero sistema pubblico della regione. Il sindacato di certo non farà mancare il proprio supporto, ovviamente se coinvolto nella giusta misura, a sostegno di programmi di lunga gittata finalizzati al contenimento di costi e delle spese prodromici a scongiurare un possibile dissesto finanziario".