Ance: “Centralità dell’edilizia per il rilancio dell’economia calabrese”
Restituire all’edilizia centralità di ruolo nei processi di rilancio dell’economia regionale, soprattutto in una fase importante e delicata come questa, in cui la programmazione dei fondi comunitari sta per essere declinata in attività ed azioni concrete ed il Patto per la Calabria sottoscritto con il Governo aspetta l'approvazione del Cipe. E' quanto hanno chiesto il presidente del Comitato per le politiche di Coesione di Confindustria Natale Mazzuca ed il presidente del Comitato Mezzogiorno ed Isole di ANCE, Giovan Battista Perciaccante, in occasione della recente assemblea di Ance Calabria.
I dati forniti da Ance dimostrano che il settore delle costruzioni continua a fare da traino all’intera economia calabrese. Basti pensare che racchiude circa il 13% di tutte le aziende attive in regione, che da lavoro a quasi metà dei lavoratori operanti nel totale dell’industria ed a circa il 9% degli addetti nell’intero sistema economico regionale, che rappresenta intorno al 20% del fatturato complessivo delle imprese calabresi e che, ogni miliardo di euro investito in maniera diretta ha un effetto moltiplicatore di ulteriori tre miliardi capaci di dare vita a 17 mila occupati aggiuntivi.
"Si tratta di valori di gran lunga superiori alle medie nazionali - dichiarano i presidenti Mazzuca e Perciaccante - che testimoniano un’incidenza della filiera edilizia sull’economia calabrese maggiore rispetto a quanto avviene in gran parte delle altre regioni italiane. Il comparto dell'edilizia sta iniziando a confrontarsi con le nuove sfide che pone il mercato, strutturandosi in maniera adeguata, aprendosi alle innovazioni e privilegiando la crescita delle società di capitale. Temi come qualità energetica, sostenibilità ambientale e sicurezza strutturale, riqualificazione del patrimonio esistente e rigenerazione urbana, qualità architettonica e urbana, vivibilità e riduzione del consumo di suolo stanno diventando sempre più le nuove frontiere del settore".
I dirigenti calabresi di Confindustria ed Ance chiedono sistemi integrati di opere pubbliche, capaci di equilibrare bisogni sociali ed offerta infrastrutturale, fabbisogni pubblici e capacità imprenditoriali, nuove opere e innovazioni aziendali. "Il rilancio dell’economia regionale passerà necessariamente attraverso una pianificazione delle risorse in grado di aggredire le criticità oggi presenti. In questo contesto, non mancano elementi esterni che rischiano di vanificare ogni sforzo in questa direzione, come ai dubbi interpretativi ed alla incertezza generata dall’applicazione del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, entrato in vigore senza la previsione di una fase transitoria, che sta provocando una condizione di stallo negli uffici gare delle varie stazioni appaltanti. Quello che serve, quindi, sono nuove vie per lo sviluppo, nuove norme che regolino in maniera efficace il settore degli appalti senza bloccare i lavori e con essi il cambiamento, nuove disposizioni urbanistiche che servano a tutelare il territorio e a collegare tra loro le varie realtà".
Alla presenza del numero uno di Ance, Claudio de Albertis, Mazzuca e Perciaccante hanno ribadito che "non è più il momento dei distinguo e dei rinvii celati dietro improbabili necessità di approfondire qualcosa. Oggi occorre ripartire su basi nuove facendo tesoro delle esperienze passate. Risulta di particolare rilevanza la scelta della Regione Calabria di aver individuato l’edilizia come una delle aree di specializzazione strategica verso la quale orientare anche gli investimenti in tema di ricerca e sviluppo e dell'Unione Europea che ha individuato l’edilizia sostenibile come uno di quei mercati con grandi potenzialità di crescita".