Depurazione in Calabria: La Regione risponde a Gentile
Ha ragione il senatore Gentile che ha posto l’accento su una problematica di estrema attualità, in merito alla quale questa Amministrazione sta facendo di tutto per sanare guasti perpetrati negli anni dalle gestioni commissariali (fino al 2010) ed ordinarie (fino al 2014) – così si legge in una nota stampa del dipartimento infrastrutture e lavori pubblici della Regione in risposta alle dichiarazioni del sottosegretario allo sviluppo economico Antonio Gentile.
In effetti, la Regione Calabria, per quanto concerne il settore fognario–depurativo, è stata chiamata in causa per due distinte procedure: la n. 2004/2034, riguardante 14 agglomerati con carico generato superiore a 15000 abitanti equivalenti, per la quale è stata già emessa la prima sentenza di condanna nell’ambito della causa C-565/10 pendente presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, e si è in attesa della seconda sentenza, contenente le sanzioni pecuniarie comminate allo Stato membro e quindi, ai sensi dei relativi meccanismi di rivalsa, alle Regioni; la n. 2014/2059, che interessa allo stato circa 128 agglomerati con carico generato superiore a 2000 A.E..
Come la precedente amministrazione ha pensato di sanare le criticità dei sistemi depurativi dei 18 comuni calabresi che hanno”contribuito” alla sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea del 19 Luglio 2012( Causa C565/10).
Con Delibera CIPE 60/2012 sono stati individuati una serie di interventi prioritari e urgenti a carattere regionale, attinenti ai settori del collettamento e della depurazione delle acque.
In particolare, con la summenzionata Delibera CIPE 60/2012, sono stati finanziati in ambito regionale n. 18 interventi d’area nel settore della depurazione, regolamentati mediante la sottoscrizione dell’ Accordo di Programma Quadro rafforzato (APQ raff.) “Depurazione delle Acque” sottoscritto in data 5 marzo 2013 che, pertanto, ha sancito l’avvio del percorso realizzativo degli interventi a carico dei soggetti competenti.
I processi realizzativi registrano consistenti ritardi per via delle procedure di project financing (PF) che i soggetti competenti hanno messo in campo anche, e soprattutto, secondo le indicazioni a suo tempo impartite dal Dipartimento regionale.
Dette procedure sono state “contestate” fin dall’inizio dal Ministero dell’ambiente che ad aprile del 2015 è stato costretto a chiamare in causa l’ANAC che si è espressa con apposite pesanti censure.
Questa Amministrazione si è mossa tempestivamente e l’azione messa in campo ha consentito di ottenere considerazione e credito da parte del Governo e del Ministero in particolare. E’ stato predisposto un preciso programma per il superamento delle criticità riscontrate e per lenire i danni prodotti che, si assicura, sono tanti e tali con ripercussioni sugli enti locali e sull’ambiente.
Come l’attuale amministrazione ha pensato di sanare le criticità evidenziate nella procedure d'infrazione europea n°2014/2059 in cui sono coinvolti 130 agglomerati della nostra Regione per mancata conformità agli art. 3 e 4 della Direttiva 91/271/CEE;
In ordine al punto specifico, ed inerente ai 128 agglomerati con carico generato superiore a 2.000 abitanti equivalenti in procedura di infrazione n° 2014/2059, questa amministrazione ha predisposto un “Programma Stralcio” degli interventi volti al superamento delle criticità riscontrate, con risorse recentemente assentite nell’ambito del Patto per la Calabria siglato il 30 aprile 2016 tra il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta Regionale.
Ovviamente, e per non commettere gli errori del recente passato non sarà consentito più spendere senza monitoraggio della spesa e della qualità della spesa. Ad una task force altamente competente sarà affidata la regia delle operazioni che vanno inquadrate nel superamento delle criticità tecniche riscontrate e nell’attuazione della legge di settore (quella sull’organizzazione del servizio idrico) per una efficiente ed efficace gestione dei segmenti del servizio di che trattasi.
La Regione Calabria ha intrapreso con decisione il percorso che porterà all’affidamento del Servizio Idrico Integrato al gestore unico, cui si è obbligati per precise disposizioni di legge.