Omicidio Pizzichemi, sparatore confessa: un debito alla base del delitto
Giuseppe Tripodi, 51 anni, è stato arrestato dai carabinieri di Melito Porto Salvo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, con l’accusa di aver ucciso Giuseppe Antonio Pizzichemi, il 50enne assassinato nella serata di ieri, a colpi d’arma da fuoco, in contrada Fossato a Montebello Ionico.
I FATTI | Intorno alle 18,30 di martedì 30 agosto, nella piccola frazione, sono stati uditi alcuni colpi di arma da fuoco e una persona ha subito chiamato il 112 chiedendo ai militari di intervenire in via dei Mulini poiché avevano sparato ad una persona. Immediatamente dopo sono arrivate sul posto delle pattuglie e anche un’ambulanza del 118 sulla quale è stato caricato Pizzichemi che, però, è deceduto durante la disperata corsa in ospedale.
La zona del delitto, nel frattempo, è stata controllata palmo a palmo da una quindicina di carabinieri che hanno individuato ed interrogato i testimoni e le persone presenti riuscendo, nel giro di pochissimo tempo, a ricostruire la dinamica dei fatti.
Da quanto appurato dagli investigatori la vittima, con qualche piccolo precedente penale alle spalle per reati di poco conto e titolare di un frantoio, pare che negli ultimi tempi avesse dovuto chiudere l’attività per problemi economici. Secondo i militari a sparare sarebbe stato dunque Tripodi, incensurato e padre di cinque figli. I due si conoscevano da tempo ed alla base del gesto, vi sarebbe un diverbio per un debito di circa duemila euro che Pizzichemi aveva nei confronti di uno dei figli del presunto assassino e dovuto per alcuni lavori agricoli che erano stati eseguiti nel tempo ma mai pagati.
Nel tardo pomeriggio di ieri, Pizzichemi si trovava nel cortile antistante l’abitazione di Tripodi insieme ad alcuni parenti di quest’ultimo che, invece era affacciato al balcone al primo piano della sua casa da dove gli avrebbe chiesto di saldare il debito. Da qui il diverbio: sarebbero volate parole grosse fin quando la vittima, in tono di sfida, avrebbe invitato Tripodi a raggiungerlo in strada per “chiarire definitivamente la questione”.
Gli inquirenti sostengono che è questo punto che il presunto assassino - forse accecato dalla rabbia ed in parte per un gesto di Pizzichemi che avrebbe fatto intendergli di essere armato - sarebbe rientrato immediatamente in casa e, dopo aver impugnato una pistola della Beretta (cal. 7.65) detenuta regolarmente, si sarebbe riaffacciato puntandola sull’uomo e facendo fuoco per tre volte. Pizzichemi avrebbe tentato di ripararsi dietro un’auto ma i tre proiettili, che lo hanno raggiunto all’addome ed a una gamba, si sono rivelati fatali.
Le immediate e tempestive indagini sono state decisive consentendo di risalire immediatamente all’identità del presunto assassino che è stato rintracciato, poco dopo, a casa sua e che ha consegnato ai Carabinieri anche l’arma. Dopodiché è stato immediatamente arrestato e portato negli uffici della Compagnia Carabinieri di Melito Porto Salvo: interrogato fino a notte fonda alla presenza del suo difensore dal magistrato di turno, ha confessato l’accaduto. Tripodi è stato ora trasferito nella circondariale “Panzera” di Reggio Calabria.