Provincia Crotone: dibattito Schifino Zurlo su rimpasto assessori

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Ancora una volta il presidente della provincia Stanislao Zurlo risponde senza dir nulla ed autoassolvendosi. - Lo scrive in una nota Ubaldo Schifino Capogruppo PD Provincia di Crotone - Non rendendosi conto che i toni da campagna elettorale certamente non lo salveranno dalle numerose critiche attente e puntuali che come capo gruppo del Partito Democratico in seno al Consiglio provinciale gli muovo, senza avere mai però da lui niente altro che una reazione scomposta e che scende sempre ai toni del dileggio personale, senza toccare i veri punti che politicamente dovrebbero stargli a cuore. Rammarica la sua pessima memoria, ma non mi necessita, visto che l’intera provincia è consapevole degli accordi fatti, pur di vincere, dall’attuale rappresentante dell’ente intermedio che ha accolto ben volentieri una parte di una sinistra che, come più volte ho denunciato, è stata chiaramente sbandata. E in più, - continua la nota stampa - non credo neanche che quegli, o altri accordi, si siano del tutto esauriti. Chi vivrà vedrà. In secondo luogo, il Presidente Zurlo sa meglio di chiunque, seppure mai sarà tanto coraggioso da ammetterlo, che i problemi sollevati dall’opposizione, stanno diventando gli stessi condivisi proprio da quei consiglieri di maggioranza con i quali si forgia di aver ottenuto il suo prestigioso incarico. A chiedere una rimodulazione delle deleghe non sono certo io, tanto è che il Presidente, dietro il suo più che comprensibile nervosismo, cela il timore di essere lasciato solo. Ancora, è fondamentale che sia il Presidente, ma soprattutto quei trenta mila elettori che mi hanno scelto durante le provinciali, sapere che godo di ottima salute e che la mia analisi critica non verrà mai meno. Infine - conclude Schifino - invito il Presidente ad informarsi meglio sulle mie radici politiche storiche, che lungi dall’essere quelle da lui dichiarate, si rifanno e ne vado particolarmente orgoglioso, visto il drammatico vuoto ideale e politico di cui è pregno attualmente il nostro Paese, alla cultura democratica e riformista di Enrico Berlinguer. Mentre la sua a chi si è storicamente ispirata e a chi adesso si ispira, lo lasciamo dire allo stesso Zurlo. Se saprà e se vorrà spiegarcelo.