Donna percossa a calci, pugni e bastonate: convivente finisce in carcere

Reggio Calabria Cronaca

Abdelhaq En Nassiry, 31enne marocchino pluripregiudicato, è stato arrestato nella notte scorsa dagli agenti del Nucleo Volanti in servizio presso l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Reggio Calabria, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e rapina ai danni della convivente, una italiana di 37 anni.

L’uomo, secondo la ricostruzione degli investigatori e in base alla testimonianza della vittima, nella tarda serata di ieri, avrebbe atteso la donna in casa e, al suo rientro, l'avrebbe minacciata di morte e aggredita violentemente, colpendola ripetutamente in testa, gettandola in terra e sottraendole dalla borsa 400 euro.

Solo un attimo di distrazione dell’uomo avrebbe permesso alla vittima di fuggire dall’abitazione, sebbene sia stata comunque raggiunta in strada e malmenata ancora. La donna è poi riuscita a chiamare il 113, così è giunto sul posto il personale della Polizia che, dopo un’iniziale fuga dell’aggressore, si è messo alla sua ricerca rintracciandolo e fermandolo.

In base alla denuncia della vittima agli agenti hanno delineato un quadro familiare che sarebbe stato caratterizzato da continui episodi di violenza, ripetuti negli anni, e nel corso dei quali la donna sarebbe stata spesso percossa dal compagno con calci, pugni ed anche a bastonate, oltre che essere costretta ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà.

Anche questo presunto episodio di violenza contro le donne è stato gestito dal personale della Polizia di Stato utilizzando il protocollo operativo E.V.A., acronimo di “Esame delle Violenze Agite”, concepito gestire in modo ottimale gli interventi relativi a liti in famiglia. “Il protocollo – spiegano gli agenti - consente, infatti, di accedere ad una check-list, da cui emergono specifici “indicatori” di violenza domestica, con la preziosa possibilità di raccordare i singoli episodi di violenza e ricostruire l’eventuale abitualità del reato di maltrattamenti in famiglia. Ciò consente, nei casi di flagranza di reato, l’arresto obbligatorio dell’autore delle condotte violente”.