Archeologia e storia, cosa si nasconde dietro i ritrovamenti di Piazza Garibaldi
Ad alcuni mesi dalla scoperta di opere murarie a Piazza Garibaldi, ritrovamenti che hanno particolarmente interessato l’opinione pubblica reggina e nazionale e gli studiosi del settore, sembra opportuno tornare sull’argomento in attesa delle prossime mosse del Ministero dei Beni Culturali circa il proseguimento degli scavi.
A questo scopo l’Associazione Culturale Anassilaos ha promosso un secondo incontro – dopo quello di giugno – che si terrà martedì 6 settembre alle 20,30 presso il Chiostro di San Giorgio al Corso sul tema “Lo scavo archeologico in Piazza Garibaldi: tante importanti scoperte, tanta Storia reggina” con l’intervento di Francesco Arillotta, storico, Componente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria. Introdurrà Pino Papasergio, del Comitato di Indirizzo di Anassilaos
Del resto gli imprevisti e molto importanti ritrovamenti archeologici di Piazza Garibaldi propongono una serie di interessanti interrogativi su alcuni momenti della storia di Reggio Calabria, dai suoi primi secoli di vita all’età imperiale romana. Cosa ci possono rivelare quei significativi resti? Cosa ci nasconde ancora quell’area?
È collegabile da un lato al mito di Oreste, figlio di Agamennone, il primo ‘termalista’ della Storia della Medicina, e dall’altra al famoso scriptorium di San Nicolò di Calamizzi, dove i monaci ortodossi producevano preziosi codici miniati, passando per l’ospitalità concessa all’esercito ateniese di Alcibiade diretto contro Siracusa.
Quanto lo scavo di Piazza Garibaldi ci sta restituendo è certamente un grande arricchimento per la città e, così come accaduto a Piazza Vittorio Emanuele, testimonia la ricchezza archeologica del nostro sottosuolo. Di questo, e di quanto altro ancora risulti connesso con i ritrovamenti di Piazza Garibaldi, parlerà dunque Francesco Arillotta.