Tentata estorsione ad una farmacia, in tre finiscono in manette
Tre persone son state arrestate stamani dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria perché ritenute i responsabili di una tentata estorsione ai danni dei titolari di una storica farmacia di Rosarno.
A finire in manette nel corso dell'operazione denominata "Veleno", sono stati Francesco Frajia (di 44 anni) e i due fratelli Renato Maria e Maurizio Cristiano (rispettivamente di 54 e 60 anni).
I tre sono indagati per tentata estorsione in concorso e secondo gli investigatori avrebbero più volte avanzato richieste di denaro (dai tre a 400 mila euro) alla famiglia Ciancio, proprietaria della farmacia di Rosarno. La tesi è che Frajia sia stato l’esecutore materiale delle richieste, che sarebbero state fatte per telefono, mentre i due Cristiano i mandanti.
Le indagini sono state avviate alla fine del 2015 dopo la ricezione da parte di Gaetano Ciancio delle chiamate minatorie. Ciancio in passato era stato bersaglio di azioni da parte della criminalità organizzata tanto che l’attività, in orario di chiusura, era costantemente presidiata da una vigilanza fissa delle Forze dell’ordine, così come erano sorvegliati anche gli altri componenti della sua famiglia, i due figli Rocco e Alassandra.
I carabinieri hanno analizzato i tabulati telefonici degli apparati in uso ai tre indagati di oggi ma formalmente intestati a cittadini stranieri. Gli investigatori hanno così scoperto che le chiamate erano state effettuare nelle zone di Milano, Cremona e Bergamo. Così hanno attenzionato Renato Maria Cristiano, medico chirurgo e marito della figlia del proprietario della farmacia, Alessandra, da cui è in fase di separazione.
I militari ritengono che il medico, in combutta col fratello Maurizio, abbia assoldato Frajia, loro conterraneo. Durante una intercettazione hanno anche registrato una frase che ha fatto ritenere che qualcuno della famiglia vittima della tentata estorsione potesse essere addirittura in pericolo di vita.
Dopo l’arresto Frajia è stato rinchiuso nella casa circondariale di Cremona, Renato Cristiano in quella di Pistoia e Maurizio Cristiano a Sollicciano, Firenze.