Arenaria Festival: a Le Castella riapre il dibattito a favore della musica rurale calabrese
Il 16.17.18 Settembre, nella suggestiva cornice di Le Castella , si è tenuta la prima edizione di Arenaria Festival - Granelli di Tradizioni Locali, organizzato dall’Associazione Innesti fondata da Pierluigi Virelli musicista, ricercatore e direttore artistico della manifestazione.
È stato il primo festival nel Marchesato a prefissarsi l’ambizioso obiettivo di recuperare e promuovere il mondo musicale e coreutico agro-pastorale calabrese. I tre giorni dell’evento hanno avuto un ottimo riscontro oltre che essere stati un momento di interessante approfondimento sulla cultura di matrice orale calabrese. L’evento, promosso dall’Amministrazione Comunale di Isola di Capo Rizzuto, la Confcommercio e la Proloco Le Castella, con la collaborazione dell’Associazione culturale Leonardo Da Vinci, ha visto la partecipazione dei maggiori ricercatori, musicisti e suonatori tradizionali provenienti dalle diverse provincie della Calabria.
Tra le figure di spicco bisogna menzionare Salvatore Megna, Danilo Gatto e Antonio Critelli, fondatori dei Phaleg, tra i più importanti gruppi di world music calabrese di fama internazionale. Dopo alcuni anni di silenzio, Per l’occasione sono tornati ad esibirsi insieme nel concerto serale di apertura del Festival. Per tutti e tre i giorni hanno, anche, curato i laboratori didattici sugli strumenti musicali tradizionali di zampogna, lira, organetto, tamburello e chitarra battente. Un momento che ha suscitato grande attenzione nel pubblico è stato la presentazione del libro “Basta tarantelle – antropologia della nuova musica popolare” di Danilo Gatto. Il libro analizza in maniera esaustiva il processo di trasformazione della musica tradizionale calabrese degli ultimi decenni, che da motivo di vergogna, perché emblema di una cultura arretrata, è diventa oggi oggetto di un consumo di massa privata delle sue peculiarità identitarie.
Arenaria Festival è stato anche un approfondimento sul ballo del marchesato, Davide Ancora, divulgatore e danzatore ha tenuto i laboratori di tarantella in cui sono stati raccontati la storia e i codici della danza, coinvolgendo i presenti a partecipare attivamente alle “Feste all’abballu” serali. Per offrire a tutta la popolazione l’opportunità di ascoltare l’originaria voce dei suoni calabresi e i diversi stili musicali regionali, l’Arenaria Festival ha invitato gli unici depositari del linguaggio musicale autoctono vale a dire gli anziani suonatori insieme ai loro diretti discendenti. Per il Marchesato “Mastru Lissandru Perri” e Salvatore Lavigna, per la zona dell’Aspromonte Sebastiano, Filippo e Antonino Battaglia e dal Vibonese la Famiglia Luzza. Suggestivo è stato lo spettacolo dei Giganti di Dasà (VV), due alti fantocci di cartapesta portati a spalla danzando a ritmo continuo di tamburi suonati per le vie del borgo, rappresentati da una donna di nome Mata e un guerriero di nome Grifone emblema della libertà calabrese dalle dominazioni turche e saracene. Le arti visive sono state un altro importante momento di divulgazione, come segno Indelebile del passaggio dei suonatori tradizionali a Le Castella, gli illustratori Fabio De Marco e Francesca Rota hanno dipinto scene di musica rurale sui muri delle vie principali. Sono stati alcuni componenti del noto gruppo Parafonè, Bruno Tassone, Angelo Pisani e Domenico Tino i protagonisti del concerto della terza e conclusiva serata del Festival.
Arenaria Festival oltre ad essere un luogo dove gli appassionati possono incontrare gli esperti conoscitori del mondo musicale e coreutico calabrese, è un “laboratorio innovativo” che propone la conoscenza della cultura autoctona locale, spogliata da ogni inutile o poco efficace forma di spettacolarizzazione, riportandola alla sua originaria e genuina dimensione sociale. È la prima volta che nel territorio del Marchesato Crotonese si concepisce un festival secondo tali principi e valori culturali.