Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, Sindacati: un muro a difesa dei licenziamenti

Catanzaro Attualità

“Ergiamo un ‘muro’ a difesa del lavoro e contro licenziamento collettivo dei dipendenti del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese”. Le federazioni sindacali di categoria, Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil, intervengono sullo stato di agitazione in atto per i previsti licenziamenti e si appellano urgentemente al presidente della giunta regionale Mario Oliverio affinché assuma tutte le possibili iniziative volte a scongiurare un licenziamento, quello collettivo dei dipendenti del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, dagli effetti nefasti. “Non solo per la perdita, grave ed irreparabile che il licenziamento significa per le famiglie dei lavoratori interessati e per l’economia calabrese da troppo tempo in crisi, ma anche perché avviene in un comparto, quello agricolo, legato ai servizi a favore delle aziende agricole, irrigazione, pulizia canali di colo, manutenzione del territorio”.

“Se l’obiettivo è quello di garantire servizi a favore del mondo agricolo e del territorio – dichiarano Daniele Gualtieri, Caterina Vaiti e Aldo Turquassio – non si possono licenziare i lavoratori del Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese”. Ed aggiungono, “è ora che la politica passi dalle promesse ai fatti concreti. Noi, siamo pronti alla massima collaborazione con tutti, ma questo licenziamento collettivo è ingiusto, inaccettabile. Bisogna assolutamente scongiurarlo e anzi, immaginare nel prossimo futuro di implementare servizi all’agricoltura cercando di cogliere tutte le opportunità dei fondi europei che devono essere aggiuntive a quelle che la regione dovrebbe prevedere nel suo bilancio”.

“Ad oggi, però, la situazione è pesante, e si avvia a diventare un tema caldo del sempre acceso autunno calabrese. Infatti, malgrado è stato da tempo chiesto l’intervento del Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, in merito alla grave situazione economica e finanziaria in cui versano i Consorzi di Bonifica del territorio, in particolare il Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese, e pur avendo avuto rassicurazioni in merito a possibili soluzioni, ad oggi non si è avuto però nessun riscontro positivo sulla questione. Già nel novembre 2015, il Consorzio di Bonifica aveva deliberato l’avvio della procedura di licenziamento collettivo, per l’esubero di 11 unità lavorative. A seguito di un primo incontro, il Presidente della Regione Calabria è intervenuto sul Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese e il suddetto provvedimento veniva revocato, a seguito di impegni assunti dal Governatore atti a garantire il necessario sostegno economico – finanziario, nonché l’apertura di una discussione sulle problematiche dei Consorzi per ridare agli stessi ruolo centrale nell’espletamento delle loro funzioni. Invece, tali impegni non sono stati mantenuti e, ad oggi la situazione economica e finanziaria in cui versa il Consorzio si è ulteriormente aggravata a causa di una crisi, non dovuta solo ad una temporaneità di eventi, ma ad una strutturale riduzione fino al completo azzeramento dei trasferimenti di risorse finanziarie da parte della Regione Calabria.

Per tali motivazioni, il suddetto Ente non solo ha notificato nuovamente la medesima procedura di licenziamento collettivo di n. 12 unità lavorative in data 20 settembre, ma non ha potuto avviare la forza lavoro stagionale relativa alla manutenzione e alla rete di colo, che nell’anno in corso non è stata proprio assunta, mentre i lavoratori in forza (impiegati, operai a tempo indeterminato e determinato settore irriguo) non hanno ancora percepito lo stipendio di luglio, agosto, quattordicesima e settembre. Ciò sta causando gravi disagi ai lavoratori con conseguenze negative per le loro famiglie, che vivono condizioni di sofferenza e esasperazione. Quindi, proclamato lo stato di agitazione, Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil, chiedono al presidente Oliverio che “venga nell’immediato convocato un incontro alla presenza del prefetto di Catanzaro Maria Luisa Latella quest’ultima indispensabile e necessaria per chiamare la Regione Calabria alle sue responsabilità”.