Demetrio Battaglia a Catona per illustrare le ragioni del SI alla Riforma Costituzionale
Si e' svolto a Catona il primo incontro pubblico promosso dai comitati territoriali a sostegno delle ragioni del ‘Si’ alla Riforma Costituzionale, che vedrà gli italiani al voto il 4 dicembre prossimo. Uno dei primi incontri, se non l’unico, promossi e organizzati in città da parte di comitati o da componenti non politici, della società civile.
Il gruppo a sostegno del SI, “Si cambia”, composto da giovani e professionisti, provenienti dal mondo dell’associazionismo, dell’università e della politica, hanno voluto sensibilizzare la cittadinanza a informarsi ed aggiornarsi sulle questioni e sul merito della Riforma Costituzionale. E per questo, hanno chiesto a Demetrio Battaglia, responsabile regionale del PD in Calabria per la campagna referendaria, di illustrare le ragioni per le quali la riforma potrebbe diventare uno strumento innovatore per il Paese.
Dopo i saluti del Consigliere comunale Enzo Marra, Toto’ Costantino referente del Pd locale, ha moderato i lavori dell' incontro – dibattito, mentre il Consigliere regionale Giuseppe Neri, ha voluto sottolineare come Catona e le forze positive del territorio sono state in grado di promuovere tempistivamente e concretamente, un iniziativa per sensibilizzare le ‘ragioni del si’: “ancora una volta Catona riesce a sviluppare una forza trainante rispetto a temi di fondamentale importanza e di respiro nazionale, quali le ragioni del SI alla Riforma Costituzionale, la quale, a prescindere dal risultato del Referendum, la sua approvazione o meno, cambierà l’assetto del Paese”.
Entrando nel merito della riforma e del suo processo di architettura, Battaglia ha sottolineato come sino all’elezione del Presidente della Repubblica, i partiti per l’80 per cento della loro composizione l’hanno votata compatti in Parlamento. Per ragioni politiche in seguito alla non condivisone del scelta del Presidente Mattarella, le votazioni sulla Riforma hanno avuto il sostegno della sola area di maggioranza: “La Riforma non è stata votata a colpi di maggioranza. Chi pensa questo non ha memoria storica. Il percorso di condivisione è naufragato semplicemente perchè il gruppo di Forza Italia, e altri gruppi ad esso legati, non hanno condiviso la scelta di Mattarella a Presidente della Repubblica. Dunque, parte della minoranza, che aveva votato per ben quattro volte a favore del testo della Riforma, si è svincolata solo ed esclusivamente per motivi politici.”
Battaglia ha proseguito sostenendo che il contesto storico attuale è profondamente diverso dal 1947, e quindi riformare la Carta Costituzionale non necessariamente significa avvilire quanto fatto dai padri costituenti al tramanto del secondo conflitto mondiale: “I tempi, le necessità sociali e il contesto storico, diversi e sostanzialmente staccati dal 1947, impongono al Paese di riformarsi. E questa classe dirigente sta cercando di fare ciò che nessuno ha fatto per trent’anni, ossia formulare e approvare una Riforma Costituzionale per cambiare il Paese”.
E ancora, Battaglia ha risposto agli interventi dal pubblico, molti dei quali ponevano l’attenzione sulla rimodulazione del Senato: “Il Senato avrà funzioni diverse e certamente difformi rispetto al Senato concepito nel 1947. Possiamo discutere che abolirlo del tutto sarebbe stato possibile, ma per quanto riguarda la sua funzione, occorre essere lucidi e pensare che il ruolo che esso aveva in un contesto di guerra fredda, non è quello di oggi. Adesso la ‘Camera di raffreddamento’ concepita dai due grandi blocchi ideologici e politici di allora, non ha più motivo di esistere.”
Altri interventi dal pubblico hanno posto la questione su alcuni temi cruciali come grandi opere, trasporti e sanità, e su come la Riforma possa positivamente incidere a livello regionale. Battaglia ha risposto che “la Riforma va proprio in questa direzione. Nel senso che queste materie fondamentali per lo sviluppo del Paese, tornano in mano allo Stato, non per svuotare le regioni ma per renderle più efficienti. Non occorre tralasciare il fatto che c’ è stato per decenni un problema di classe dirigente, ma la Riforma delineerà un assetto che salvaguarderà l’esigenze delle Calabria e delle regioni che sono economicamente in ritardo. Non è concepibile che ogni regione abbia una sanità e piano di trapsorti diversi; perchè regioni economicamente eterogenee non possono garantire gli stessi servizi. Maroni e Zaia hanno sostenuto che la “scelta del SI” farà diventare il Veneto e la Lombardia come la Calabria, invece io penso che la Riforma aspri a far della Calabria una regione come il il Veneto o la Lombardia”.
Il deputato Dem, sottolineando che la Riforma non è del Pd e ben che meno fatta per il Pd e per Renzi, ha concluso chiarendo che “Dopo trent’anni i cittadini hanno la possibilità di scegliere di innovare il Paese, e a mio modesto avviso, dovrebbero farlo non per sentimento, o addirittura risentimento verso qualcosa o qualcuno. Non si tratta di una campagna elettorale, ma di una scelta ponderata, da fare in funzione del merito della Riforma. La Riforma poteva essere fatta maglio. Certo. Ogni cosa può essere fatta meglio. Non esiste una Riforma perfetta, perché la contrattazione e il dibattito politico necessariamente implicano compromessi e punti di incontro. Ma sono fermamente convinto, che in questo contesto storico e in questo arco politico-istituzionale, questa è la migliore Riforma che poteva essere scritta. E la sostengo con forza e con convinzione, senza false riverenze, anche perché in Parlamento più volte ho votato in difformità dal gruppo Pd o dal Governo, quando ho ritenuto fosse giusto farlo. Questa non è la Riforma del partito democratico e di Renzi, ma è la Riforma giusta per far cambiar marcia al Paese”.