Renzi a Reggio per chiudere la campagna referendaria: “crediamo alla ripartenza del Paese”
Il premier Renzi è giunto oggi a Reggio Calabria per portare a conclusione la campagna referendaria in vista dell’apertura dei seggi prevista per domenica 4 dicembre. Alle ore 12:00 Renzi ha tenuto il suo “comizio” presso il Teatro Cilea dove erano presenti tantissimi cittadini oltre a tutte le massime istituzioni della cittá di Reggio Calabria. "A quelli che chiacchierano, a quelli che parlano e dicono, ricordate ciò che è successo ieri al Cipe. Il governo più soldi per il Mezzogiorno non li ha annunciati; li ha messi e stanziati, perché bisogna farla finita di dare i soldi solo al Nord. Però vanno spesi bene, poi bisogna controllare: il governo deve controllare le Regioni; le Regioni devono controllare il Governo; i cittadini devono controllare tutti e due". “Questa riforma puó contribuire a ridurre l’enorme distanza tra Nord e Sud”, ha affermato Renzi.
"Il punto fondamentale e qualificante - ha aggiunto - è che noi crediamo alla ripartenza del Paese. Due anni e mezzo fa la situazione era quella di un'Italia totalmente bloccata; oggi qualcosa finalmente si sta muovendo, però ci sono ancora troppe differenze fra Nord e Sud. Ci sono differenze inaccettabili".
Il premier ha poi punzecchiato un po’ i suoi avversari. Prima fra tutti Matteo Salvini criticato per il suo costante assenteismo al Parlamento Europeo perché troppo impegnato in televisione. Non mancano le critiche per uno degli amici/nemici del premier: Silvio Berlusconi. “Berlusconi non hai mai eletto nessun presidente della Repubblica perché nei suoi tre governi non é mai stato in carica alla fine del settenato. Che colpa ne abbiamo noi?”.
Le frecciatine sono state lanciate anche a Luigi Di Maio che sostiene come questo referendum possa trasformare l’Italia in una dittatura né Beppe Grillo che invita l’Italia a non votare con il cervello. “Nessuno deve permettere che si dica che l’Italia possa divenire una dittatura perché noi abbiamo la possibilità di votare a differenza di molti Paesi“, dichiara Renzi che continua dicendo “Grillo, invece, ha solo paura che vinca il Si. É vero serviranno 800.000 firme per il referendum, ma l’importante é che queste siano vere e non fasulle”. “Erano anni che tutti volevano quello che questa riforma chiedeva. Noi abbiamo fatto le riforme costituzionali che da sempre la politica richiedeva“. Renzo sottolinea e fa “intendere” che il Referendum non sará causa di sue eventuali dimissioni. “Il referendum non é un si o un no a Matteo Renzi. Se passerá no saremo amici come prima. Certo il treno passa e tra cinque anni non si potrá dire che noi non ci abbiamo provato, che non abbiamo provato a cambiare le cose”. “Il nostro Paese ha mantenuto gli stessi ed identici poteri legislativi. Molti hanno paura di poter perdere il proprio potere di rendita. Molti hanno paura di investire il futuro“. Relativamente alla riduzione dei poteri del Senato, il premier spiega che “vogliamo dare semplicemente la possibilità ai rappresentanti territoriali di far parte del governo. Il senatore é vero conta meno di prima perché non metterà bocca sui bilanci, ma voteranno solo su le leggi del proprio territorio, ma sarà eletto dai cittadini“.
“Chi vota No tiene tutti gli sprechi dal Cnel alle immunitá. Questa riforma non tocca il potere della magistratura, del governo etc. Toglie solo alcuni ostacoli. La classe politica deve dimostrare che ci sono politici che vogliono cambiare le cose e non stare attaccati alla sedia. Io ci credo in questa battaglia perché credo che la maggioranza degli italiani non ne possa più di continuare con un sistema che non funziona. Noi siamo in un momento in cui non possiamo dire nulla sui dati, ma questa é una partita che ha un alto numero di persone che non hanno deciso cosa fare. La partita é ancora aperte. Dipende da voi, io sono molto fiducioso dei miei compagni e per me vinceremo“, ha concluso il Premier.