Progetto “Parentesi Aperta”, il Rapporto di monitoraggio dell’Unical

Cosenza Attualità

Il Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università della Calabria, ha redatto il rapporto di monitoraggio della prima (2014-2015) e della seconda annualità (2015-2016), del progetto “Parentesi Aperta”. Il progetto, mira a fornire sostegno e accoglienza per minori dell’area penale, nei territori dell’Alto e Medio Tirreno cosentino, avendo come riferimento i Centri di Giustizia Minorile di Potenza e Cosenza ed i tribunali di Lagonegro e di Paola.

Nel monitoraggio si evince che, dopo le difficoltà iniziali dovute alla comprensione del progetto sul territorio, Parentesi Aperta ha iniziato a prendere piede. Nella prima annualità il centro diurno di Tortora è stato aperto per 136 giorni, con 7 operatori e 17 volontari. L’elenco completo di quanti hanno frequentato il centro educativo almeno una volta, conta un totale di 145 nomi. Ad una valutazione complessiva, un gruppo di quasi 50 minori che ruota intorno alle attività del centro educativo appare essere, secondo il monitoraggio, un buon risultato.

Sul piano della costruzione e animazione della rete, sono stati numerosi e ad ampio spettro gli sforzi messi in campo attraverso ripetuti contatti e incontri, sia formali che informali, portati avanti dai responsabili dei due poli territoriali e dall’ente capofila. Ciò nonostante, è risultato spesso difficile attivare e mantenere prassi operative che consentissero una comunicazione e collaborazione efficace, soprattutto tra i servizi istituzionali e quelli attivati dal progetto. Ad aggravare le difficoltà operative, hanno contribuito anche la dispersione territoriale e le difficoltà logistiche di mettere in rete i piccoli centri ricadenti nei territori dell’Alto e Medio Tirreno cosentino, cui si rivolge Parentesi Aperta.

La seconda annualità di Parentesi Aperta, si apre nella consapevolezza della necessità di dover intensificare il lavoro, per superare le difficoltà riscontrate nell’anno precedente. In particolare, si è avvertito il bisogno di mettere in campo nuove energie e strategie per riannodare i fili della rete, rianimare le collaborazioni e, in alcuni casi, andare oltre le dichiarazioni di intenti. La criticità maggiore riguarda la segnalazione e la presa in carico di beneficiari, che richiede un raccordo tra i CGM di Cosenza e Potenza, i servizi territoriali e le associazioni che hanno dato o sono disposte a dare un contributo alla realizzazione del progetto. Il lavoro svolto in questa direzione ha portato verso una rimodulazione formale del progetto e l’ottenimento di una proroga ai tempi di realizzazione dello stesso.

La decisione di valorizzare l’esperienza maturata nella prima annualità dallo staff del centro diurno di Tortora, aggiungendo un nuovo percorso educativo alle azioni progettuali di Parentesi Aperta, ha portato ad un allargamento della rete, che va ad includere il Centro studi e ricerche sulle realtà meridionali (CESTRIM) di Potenza e la Cooperativa delle Donne di Cosenza. Queste due organizzazioni hanno messo a disposizione gli spazi per svolgere attività laboratoriali con i nuovi beneficiari, al di fuori delle mura degli USSM. Importante, inoltre, appare la collaborazione stabilita con l’AIAS di Cetraro, che gestisce la comunità di accoglienza “lo Scoiattolo”, di Sangineto, per minori allontanati dalle famiglie e con vissuti di devianza sociale. Alcuni ragazzi della comunità, infatti, sono diventati beneficiari del centro diurno di Cetraro.

Nella seconda annualità, i giorni di apertura del centro di Tortora sono complessivamente 152, quello di Cetraro 131. L’avvio del centro diurno di Cetraro avviene nella seconda annualità del progetto, dopo aver incaricato nuovi operatori e aver stabilito alcune collaborazioni importanti con organizzazioni del territorio, in particolare con l’AIAS, che ha segnalato al centro alcuni dei ragazzi che vivono in una delle comunità di accoglienza che gestisce. Come per Tortora, viene deciso di non limitare l’accesso ai soli beneficiari, diretti o indiretti, ma di consentire la frequenza anche ad altri minori. L’obiettivo delle attività iniziali proposte è quello di creare un ambiente accogliente e di favorire l’integrazione tra i presenti.

Lo staff di Cetraro è formato da 2 operatori e 11 volontari. L’elenco complessivo degli utenti del centro diurno di Cetraro riporta 48 nominativi, di cui 11 beneficiari (23%) e 37 “altri utenti” (77%). I primi hanno quasi tutti (9 su 11) un’età superiore a 13 anni; 2 di essi hanno superato l’età massima di 21 anni prevista per i destinatari del Progetto. Si tratta di due persone con disabilità, una di 23 e l’altra di 35 anni, che l’organizzazione del centro ha reputato di poter accogliere, facendole partecipare alle attività proposte.

Una importante novità introdotta nella seconda annualità del progetto riguarda l’azione educativa prestata “in trasferta” a Cosenza e Potenza e rivolta a ragazzi del circuito penale segnalati dagli USSM delle due città. Si tratta di un tipo di intervento fortemente richiesto dai servizi sociali della Giustizia minorile, per offrire opportunità socio-educative in loco, dove maggiore è la concentrazione di minori e giovani adulti che hanno commesso un reato e che sono sottoposti a procedimenti penali. Ad occuparsi di organizzare e gestire le attività educative è una parte dello staff impegnato nei due centri diurni di Tortora e di Cetraro, insieme ad una o più figure responsabili.

Sono stati ideati due percorsi educativi paralleli, che a Potenza sono stati realizzati attraverso 5 incontri, svolti tra febbraio a maggio 2016 e a Cosenza attraverso 7 incontri, svolti tra marzo e giugno 2016. Sia per i beneficiari di Potenza, che per quelli di Cosenza, c’è stato un ulteriore momento loro dedicato, attraverso una visita a Tortora, per i primi e a Cetraro per i secondi. In entrambi i casi, i ragazzi delle due città hanno avuto l’occasione di partecipare ad attività ludico-ricreative, di confronto e di scambio con i minori dei due centri diurni dell’Alto e medio Tirreno cosentino.

A conclusione della seconda e ultima annualità di Parentesi Aperta, possiamo osservare che il lavoro svolto nel suo ambito è stato ampio, intenso e distribuito su più fronti. Rispetto all’anno precedente, infatti, le attività, il volontariato, gli utenti, i contatti e le collaborazioni si sono moltiplicati e hanno dato vita a percorsi che lasciano intravedere un grande potenziale il quale, tuttavia, necessita di una continuità di sforzi ed energie per potersi dispiegare. A tal fine sono in corso diverse iniziative per la raccolta fondi, per permettere a questo progetto di andare avanti.

Parentesi Aperta nasce grazie al sostegno di Fondazione con il Sud. Il soggetto responsabile del progetto è il Centro Accoglienza L’Ulivo Cooperativa Sociale. Ad esso si affiancano una rete di partner, tra i quali: Associazione Culturale di Volontariato “Gianfrancesco Serio”, Comune di Cetraro, Comune di Tortora, Cooperativa Sociale Esserci Tutti, Delfino Lavoro Società Cooperativa Sociale, E.D.I. Cooperativa Sociale, Oltre Cooperativa Sociale Arl, Parrocchia San Benedetto, Parrocchia Santo Stefano Protomartire, Promidea Cooperativa sociale, Università degli studi della Calabria.