Mulinum, all’Umg la testimonianza del giovane imprenditore Caccavari
Su invito di Giuseppe Soriero e di Sebastian Ciancio, giovedì 17 novembre dalle 11.30 alle 13.30 sarà ospite dell’Università di Catanzaro il giovane imprenditore calabrese Stefano Caccavari al centro del dibattito pubblico e dell’interesse mediatico mondiale. Nell’occasione verranno presentati il nuovo rapporto Svimez e l’ultimo progetto imprenditoriale di Caccavari: “Mulinum”.
Ventottenne di San Floro, piccolo paese di seicento anime nell’entroterra catanzarese: cresciuto a stretto contatto con la natura, Stefano ha deciso di affondare le mani nella terra.
Con la competenza di un laureando in economia aziendale ha suddiviso i quattro ettari di terra di proprietà della sua famiglia in appezzamenti di 80 metri quadri da affittare ai concittadini interessati a portare in tavola cibi biologici. Così, nel 2014, è nato l’Orto di famiglia.
Proprio dove stava per sorgere la più grande discarica d’Europa, Stefano Caccavari, difendendo il patrimonio paesaggistico della sua terra natia, ha dato vita a una multiproprietà agricola che al momento conta oltre 100 "ortisti". Ma l’ingegno e la creatività del giovane calabrese sono irrefrenabili: mosso dal desiderio di promuovere le tradizioni del territorio, venendo a conoscenza del rischio chiusura in cui incorreva l’ultimo mulino a pietra naturale della Calabria, ha deciso di sfruttare le sue abilità tecnologiche per provare a preservare quella che un tempo era chiamata la Valle dei Mulini. Ha pubblicato un annuncio su Facebook: "Salviamo il mulino a pietra di Santa Severina. Compriamolo e adeguiamolo con circa 30 mila euro".
L’appello ha registrato subito grande partecipazione attivando un passaparola in ogni angolo del mondo: nel giro di 48 ore erano stati già versati 70 mila euro. Nel frattempo, però, qualcun altro si è accaparrato il mulino ma l’imprenditore catanzarese non ha mollato la presa: il richiamo del crowdfounding innovativo è giunto sino a New York, Miami, Pechino, Berlino, Londra. Così Caccavari ha deciso direcuperare la filiera degli antichi grani calabresi e ristrutturare un casolare abbandonato nell’antica valle dei mulini di San Floro. In poco meno di tre mesi ha raggiunto il traguardo di 500 mila euro dando vita a Mulinum, la più grande start up agricola del mondo con 101 soci sparsi nei vari continenti.
Il "mulino social" sarà presto un edificio biosostenibile con macine in pietra naturale e una ruota idraulica, recuperando così le usanze perdute con l’arrivo dei moderni mulini a cilindro. Qui il grano macinato sarà trasformato in farina ma ci sarà anche un forno per il pane e uno per la pizza. E anche la trebbiatura sarà social. La Mulinum Card, invece, permetterà a chi si abbona di prenotare e ricevere il kit di farina bio prodotta a San Floro in tutta Italia, e non solo.
Sarà poi istituito un Comitato scientifico per testare gli effetti delle farine su persone allergiche o intolleranti per ottenere una farina ad hoc. Entro gennaio 2017, partirà l'intera produzione del Mulinum. Tutto ciò grazie alla passione di un giovane che ha dimostrato che, anche senza alcun finanziamento pubblico, si può ripartire dalle proprie origini per creare un futuro.
Di questo e di altro se ne discuterà domani, dalle ore 11.30 alle ore 13.30, presso l’Aula Salvatore Venuta (Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e Sociali di Catanzaro).