Cisl: settore forestazione va riorganizzato

Catanzaro Attualità

"Abbiamo in questi anni, spesso isolati ed inascoltati, evidenziato la necessità di un vero e proprio piano strategico per la lotta al dissesto idrogeologico del nostro territorio, che rilanci il ruolo della forestazione, valorizzando le intelligenze di tanti giovani laureati calabresi che le nostre universita' preparano annualmente, puntando su una riorganizzazione del settore che sia capace di coniugare una funzione protettiva e di difesa idrogeologica della forestazione in un territorio fragile e offeso dall'uomo, con una necessaria funzione produttiva". Lo si legge in un documento della Cisl di Cosenza. "Registriamo da anni purtroppo - continua il comunicato - l'incapacita' e l'inadeguatezza di una classe politica che non riesce a programmare interventi di difesa e di prevenzione efficaci, avviata nell'inseguire una infinita emergenza. La storia della forestazione calabrese testimonia, invece, ben altra capacita' di programmazione delle classi dirigenti. Gia' 1903 fu varato la prima Legge Speciale per la Calabria che finanzio' un imponente programma di intervento per realizzare attivita' di forestazione e ripristino dell'equilibrio idro-geologico sul territorio calabrese, che tuttavia, non fu realizzato in quanto le risorse impegnate furono poi utilizzate per la ricostruzione post-terremoto di Messina (1908). Bisognera' attendere poi oltre mezzo secolo, - prosegue - per il varo di un primo progetto integrato di forestazione e tutela idro-geologica che si realizza negli anni '60 e '70 del secolo scorso, periodo nel quale gli immensi sforzi profusi dai forestali permettono di raggiungere risultati significativi nei settori della ricostituzione boschiva e della sistemazione idraulica anche attraverso la creazione dell'AFOR. Oggi, invece, registriamo la mancanza di attenzione verso i temi della difesa idro-geologica". "La Calabria - continua la Cisl - negli stessi giorni in cui e' ferita da alluvioni e frane lascia i forestali calabrese in Cassa Integrazione, nel momento in cui invece il loro contributo potrebbe essere utile si in termini di pronto intervento, sia per evitare, attraverso attivita' di consolidamento e rimboschimento, nuove catastrofi. Riteniamo che l'obbiettivo delle messa in sicurezza del territorio calabrese debba essere autentica priorita' dell'agenda politica regionale e nazionale, per evitare il ripetersi di nuove Cavallerizzo e delle tragedie di questi giorni che sono simbolo plastico del fallimento della politica ed insieme campanello d'allarme di una situazione non piu' sopportabile. Abbiamo duramente criticato la precedente Giunta regionale che ha posto in essere un progetto di riforma dell'AFOR e della forestazione privo di una visione strategica, figlio di un approccio sbagliato della forestazione intesa come bacino ed esaurimento, come peso e non come risorsa. La Calabria e la difesa del territorio - secondo la Cisl - debbono ripartire dall'intelligenze e dalle competenze calabresi. Riteniamo necessaria la ripresa del dialogo concertativo con la Regione, per giungere all'elaborazione di un piano di lotta al dissesto idro-geologico che valorizzi i saperi professionali degli operai idraulico-forestali e, attraverso le risorse nazionali e comunitarie, consenta di intervenire per evitare nuove catastrofi. E' necessario, a nostro avviso, - prosegue la nota - che la Regione istituisca una vera e propria unita' di crisi e di progetto che attraverso le competenze professionali dei lavoratori idraulico-forestali e attraverso la collaborazione delle Universita' calabresi e dei giovani calabresi che hanno acquisito competenze professionali in materia di difesa e tutela del territorio, possa affrontare il problema del dissesto idro-geologico, in sinergia con gli istituendi presidi idraulici di cui alla normativa regionale, evitando gli errori del passato e valorizzando le pratiche positive. Ci pare di assistere - e' scritto in conclusione - all'ennesimo paradosso di intelligenze costrette da emigrare per difendere ambiente e territorio di altre regioni, mentre la Calabria implode, tornando ad essere lo sfasciume pendulo sul mare descritto da Giustino Fortunato".