Asp-Regione. Delibera 738 dell’11 novembre, sindacati preoccupati

Calabria Salute

Il Segretario Generale Cisl-FP, Luigi Tallarico, il Segretario Generale FP-Cgil, Bruno Talarico, il Segretario Aziendale FP Cisl, Salvatore Arcieri e il segretario aziendale Fp Cgil, Antonino Rappoccio “esprimono forte preoccupazione per la tipologia delle scelte e degli interventi che si adottano con estrema facilità (e probabilmente estrema superficialità) su materie ed argomenti che hanno una rilevanza, sociale, economica e professionale, di enorme impatto sull’organizzazione della Sanità calabrese, sulle aspettative della popolazione e sulle tasche dei contribuenti".

"Preoccupazione – continuano i rappresentanti sindacali - che deriva dai contenuti dell’atto di intesa; stiamo ragionando e parlando del futuribile, con l’offerta di un servizio in un ente pubblico per gestire le eventualità sanitarie, chiamandole interventi di primo soccorso, in una Regione che, ancora dopo tanti anni di “duro lavoro” e di sacrifici immani chiesti ai Cittadini, non è in grado di assicurare i LEA e costringe ai “viaggi della speranza” decine di migliaia di sventurati".

Preoccupazione che per le Sigle si acuisce quando, “leggendo i contenuti – affermano - ci si rende conto che, mai come in questo caso, la grammatica, la sintassi ed i vocaboli sono stati usati con la maestria di un esperto filologo, dando come risultato una scorrevolezza del testo unita ad una innaturale chiarezza per un atto pubblico. Chiarezza, appunto, che ci fa comprendere come si stia perpetrando l’ennesima volontà di spogliare un santo per abbellire una sacrestia”.

“Infatti – proseguono - lo strano accordo, che prevede vantaggi esclusivamente unilaterali, viene definito tra le parti attribuendo ad una – la Regione – il servizio, ed all’altra – l’ASP – l’onere di tutto quanto la stipula prevede, sollevando la prima da ogni aggravio di spese. Tutto ciò stride per tanti ordini di motivi: apparato sanitario fortemente depresso da anni di pessima gestione politica e poi di coercizione nel “Piano di Rientro”; Organizzazione sanitaria allo stato embrionale con enormi difficoltà organizzative e gestionali; Risorse Professionali Sanitarie fortemente ridotte e sottoposte a vessazioni di tanti tipi (turni massacranti, surplus lavorativi, carenze croniche e relativa impossibilità a coprire la turnazione); Offerta di Servizi ridotta su tutto il territorio regionale, fortemente penalizzata da liste di attesa interminabili”.

“Ed in questa situazione – aggiungono Tallarico, Talarico, Arcieri e Rappoccio - si pensa di organizzare un servizio “elitario” che potrebbe essere gestito dal normale “Sistema di Emergenza-Urgenza” già operante sul territorio, e lo si fa “passare”, invece, come la necessità di operare in una situazione di grande rischio e di maxi-emergenza. Ma si è pensato alle riflessioni che potrebbe portare questa scelta in quei cittadini che si trovano in altrettanti ambienti lavorativi in cui si osserva la presenza di grandi numeri di persone tra lavoratori ed utenti??!! I tribunali più importanti, i grossi istituti scolastici, strutture private come alcuni “call-center”…ecc…ecc…”

“Tutti questi soggetti – continuano - potrebbero pensare di essere a rischio e potrebbero desiderare, anch’essi, un punto di primo soccorso. Ma, infine, puntando con estrema fermezza al senso pratico delle cose:- ma le risorse per fare questa manovra, l’ASP da dove le prende e se dovesse trovarle, perché non le destina alla popolazione del territorio di appartenenza con il potenziamento dell’esistente e la realizzazione di nuovi servizi sanitari di qualità ed efficienti in grado di soddisfare i bisogni dei malati calabresi?".