Sanità, i sindacati sollecitano la Regione sul nuovo Ccnl
Nella giornata di ieri si sono riunite le segreterie generali regionali di Cgil, Cisl e Uil per fare il punto sulle problematiche irrisolte che riguardano i lavoratori della Sanità calabrese.
Un grande obiettivo è stato raggiunto con la sottoscrizione definitiva, dello scorso 2 Novembre, del nuovo Contratto Sanità 2019-2021, tra le Federazioni e le Confederazioni Sindacali rappresentative e l’ARAN.
Le sigle sindacali ritengono di non abbassare la guardia rispetto alle stagioni contrattuali visto che la sottoscrizione arriva con il contratto già scaduto da oltre un anno. Le stesse fanno rilevare e puntano l'indice contro il governo che nonostante un anno di ritardo ancora non sono state individuate le risorse per una proposta di piattaforma innovativa che miri a rendere più funzionale l’organizzazione del lavoro delle strutture sanitarie.
A tal proposito, considerati i ritardi e la lentezza burocratica che notoriamente alberga nelle stanze delle aziende sanitarie e dei vari enti che si occupano di sanità, i sindacalisti colgono l’occasione per sollecitare la struttura dipartimentale della Regione Calabria, all’immediato pagamento degli arretrati e la messa a regime degli aumenti contrattuali, così come previsto dal nuovo Ccnl 2019-2021.
Altro punto di discussione riguarda la corresponsione del premio Covid, in quanto risulta paradossale che ancora oggi non si riesca a trovare una soluzione definitiva al riconoscimento degli sforzi profusi durante la pandemia del personale sanitario, compresi i medici convenzionati del 118 tra i primi in trincea. Inoltre sarebbero tante le comunicazioni che arrivano al sindacato in cui si esprimono tutte le difficoltà da parte delle aziende sanitarie per l’applicazione dell’accordo regionale del 6 luglio 2020 che regolamenta la distribuzione delle risorse.
Successivamente alla riunione, le sigle sindacali hanno trasmesso una serie di comunicazioni in cui sollecitano le istituzioni regionali al rispetto degli impegni assunti, poiché ritardo e procrastinazione non possono essere più consentiti, in quanto ne vale la dignità dei lavoratori che sono tenuti a garantire i servizi fondamentali per la comunità calabrese.