Scioglimento dei comuni per mafia, un libro all’Ubik di Catanzaro

Catanzaro Attualità

L’argomento dello scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose è sempre attuale dal momento che il ministero dell’Interno continua ad utilizzare questo strumento per arginare il potere della criminalità in contesti istituzionali. Avanzare critiche in relazione alla legge che disciplina lo scioglimento dei comuni non è semplice. Ci ha provato una giornalista calabrese Caterina Provenzano che ha pubblicato un libro-inchiesta “Scioglimento dei comuni per mafia. Quando lo Stato sequestra democrazia e libertà” (Città del Sole Edizioni, pp. 140).

Il volume sarà presentato Sabato 26 novembre, alle ore 18, presso la libreria Ubik di Catanzaro Lido. All’incontro, insieme all’autrice, interverranno - moderati dall’editore di Città del Sole Franco Arcidiaco - due illustri relatori, Vincenzo Ioppoli, avvocato e presidente del Consiglio distrettuale di disciplina di Catanzaro ed Emilio Ledonne, già procuratore nazionale antimafia aggiunto.

Un libro “assai coraggioso” che sostiene la discutibilità di un provvedimento legislativo – quello che riguarda il contrasto delle infiltrazioni mafiose negli organi istituzionali e successivo scioglimento. Allo stesso tempo formula ipotesi di revisione di tali provvedimenti legislativi al fine di rendere gli strumenti utilizzati più “moderni” e maggiormente rispettosi dello spirito democratico e che chiaramente siano ancora più incisivi e chirurgici. Nel corso degli anni si è assistito infatti a numerosi scioglimenti di Enti istituzionali, ma le infiltrazioni continuano ad esserci.

Per Andrea Di Consoli de “il Sole 24 Ore” il libro è assai coraggioso perché “dall’analisi dell’autrice un comune sciolto per mafia non ha diritto di replica o di difesa, ma è costretto ad accettare la decisione del ministero delegandogli ogni aspetto amministrativo e politico. Secondo la Provenzano la legge va rivista, perché troppe volte, con l’intento di colpire le mafie, si rischia di desertificare per molti anni la vitalità democratica di un paese o città”.

“Un libro scritto con straordinaria razionalità, – scrive il giornalista Ilario Ammendolia nella prefazione al testo - in cui l’autrice non mette sotto accusa la magistratura, non fa sconti alla ’ndrangheta, ma collegando documenti, fatti e circostanze ad un unico filo tessuto con l’amore per la libertà di ogni uomo e la strenua difesa della democrazia costruisce un reportage limpido, appassionato ed argomentato in cui si avverte l’esigenza di rivedere una legge che stride con i dettami costituzionali”.

Il fenomeno dello scioglimento per infiltrazioni mafiose ha interessato, dal 1991 a marzo 2016, 414 decreti ex art. 143 del testo unico sugli enti locali, dei quali 147 di proroga di precedenti provvedimenti: 21 sono i decreti annullati dai giudici amministrativi. Tenuto conto che 49 amministrazioni sono state colpite da più di un decreto di scioglimento, le amministrazioni locali sciolte per infiltrazioni mafiose sono state fino ad oggi 209, tra le quali 1 provincia e 5 aziende sanitarie locali. Dal 2010 ad oggi sono 32 i procedimenti ispettivi avviati dal ministero dell’Interno e conclusi con l’archiviazione.

"Fra gli Enti pubblici sciolti per infiltrazioni mafiose – afferma la giornalista Provenzano - ad avere una ricaduta negativa maggiore sono le amministrazioni comunali, perché legate ai cittadini da un rapporto democraticamente speculare; pertanto, uno scioglimento costituisce sempre una lacerazione del tessuto sociale e civile che passa da un dinamismo costruttivo - palesato con la scelta dei candidati al Comune - ad un immobilismo, derivante da una punizione, una censura ancora prima di una condanna".

Il libro sta avendo numerosi consensi in molte città italiane dove è stato presentato.