Oliverio in campo per il sì con Gelli
Una platea straordinariamente numerosa e variegata ha partecipato oggi pomeriggio, presso l’auditorium del Seminario Pio X di Catanzaro, all’incontro sul tema: "In Campo per il Sì sulla riforma costituzionale" a cui sono intervenuti il presidente della Regione, Mario Oliverio e al responsabile nazionale sanità del Pd, Federico Gelli. All’iniziativa, introdotta e moderata dal consigliere regionale Enzo Ciconte ha portato il proprio saluto il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno.
Dopo aver ringraziato Ciconte per essersi fatto carico di organizzare “questa bellissima manifestazione” e dopo aver affermato che “dei problemi di Catanzaro torneremo a parlare subito dopo il 4 dicembre”, il presidente della Giunta regionale ha ricordato le difficoltà finora affrontate e il lavoro svolto in questi mesi dal governo regionale.
“Nei prossimi giorni realizzeremo una serie di traguardi concreti –ha detto Oliverio- Inaugureremo a il cantiere della metropolitana Catanzaro-Germaneto; proprio ieri abbiamo sottoscritto con l’Azienda Ospedaliera “Ciaccio-Pugliese” la convenzione per lo studio di fattibilità del nuovo ospedale, abbiamo destinato risorse importanti al Porto di Catanzaro Lido; per quanto riguarda la mobilità, proprio per la centralità che ha il capoluogo di regione, nel Piano dei Trasporti, che abbiamo già definito e stiamo per sottoscrivere con il ministro Delrio, abbiamo previsto il completamento della Catanzaro Lido-Lamezia con collegamento diretto all’aeroporto. Di questo e di altro torneremo a parlare dopo il referendum, quando ci incontreremo per discutere della utilizzazione delle risorse e della funzione che deve avere, nel progetto regionale di crescita, di cambiamento e di sviluppo, la città di Catanzaro”
“Questa sera, invece- ha aggiunto Oliverio- voglio parlare brevemente del merito della riforma costituzionale. Nel corso di questa curiosa campagna referendaria, c’è stato chi ha cercato di spiegare le ragioni per dire Sì alla riforma entrando nel merito di essa e chi, invece, ha tentato di menare il can per l’aia, di sviare il discorso, parlando di altro. Non ho sentito uno, uno solo che si è detto contrario al superamento del bicameralismo paritario e ad una regolazione di un rapporto corretto e ordinato fra lo Stato e le Regioni, che attualmente determina numerosi contenziosi ed enormi perdite di tempo. Uscire da questa gabbia è una necessità del Paese. Se dovesse prevalere il no, condanneremmo il Paese ad una condizione di assoluto ritardo rispetto al quadro internazionale e ai bisogni della società italiana, da cui non si sa quando potremo uscire. E il Mezzogiorno e la Calabria rimarrebbero fanalino di coda in tutto. Ecco perché come calabresi abbiamo grande interesse a spingere in avanti il processo di cambiamento avviato”.
“Una parola, infine –ha aggiunto il presidente della Giunta regionale- voglio rivolgerla agli amici e ai compagni che hanno fatto una scelta diversa dalla nostra: non si poteva compiere peggiore errore nel tentare di trasformare il referendum in un congresso del Pd o in un giudizio sul governo. Quando Berlusconi fece saltare il banco della Bicamerale presieduta da D’Alema, lo fece perché non volle dare al segretario del maggiore partito di governo e della sinistra il riconoscimento del titolo di riformatore della Costituzione. Oggi, a ben vedere, si ripropone la stessa manfrina: si tenta di non consentire a Matteo Renzi di portare in porto un grande progetto riformatore, perché non se ne intesti la paternità. Così non va bene. In gioco c’è il futuro dell’Italia e noi domenica prossima abbiamo bisogno di scrivere una pagina importante e dobbiamo farlo con la consapevolezza che il Paese deve mettersi al passo con i cambiamenti. Dobbiamo farlo sapendo che il futuro del nostro Paese è importante”.
“Se domenica prossima non dovesse prevalere il sì alla riforma -ha concluso il presidente della Regione-l’Italia sarebbe destinata non solo a rimanere imprigionata, chissà per quanto tempo, nella gabbia dell’immobilismo e dei ritardi, ma conterebbe di meno in Europa e nel mondo e si bloccherebbe definitivamente la battaglia che sta coraggiosamente combattendo Matteo Renzi e che io condivido totalmente, che è quella di creare un’Europa del progresso, dei popoli e dei cittadini, rispetto all’Europa dei burocrati e della conservazione”.