Mengoni a Reggio Calabria fa scatenare il PalaCalafiore
Marco Mengoni conquista Reggio Calabria e lo fa raccontandosi in musica e parole. La Esse Concerti srl centra un altro colpo e con l’inedito live di Mengoni, ieri sera in tour al PalaCalafiore di Pentimele, fa scatenare grandi e teenager. Pop, soul, blues, r&b, jazz sono i generi che Marco, in questa nuova avventura musicale, sceglie di regalare al suo pubblico colpito, appena entrato al palazzetto, da un palco creato dallo stesso artistica dove maxischermi e luci segnano un live che non lascia nulla per scontato. La messa in scena di alcuni pezzi come l'esecuzione di "Esseri umani" sulla poltrona sospesa in aria catalizzano i fan attaccati alle transenne sotto il palco senza fiato ma quello che colpisce di più, è una registrazione audio fatta dall’artista che, improvvisamente, scompare dalla scena per dare spazio alle parole, al suo “credo”.
"Credo in chi non ha ancora una strada, non credo in chi le strade le distrugge", riflette il cantante, "non credo agli eroi, alla perfezione, agli sconti, ma credo nel sudore, nella fatica, nelle conquiste".
Dopo una sentita e condivisa riflessione, bisogna di nuovo tornare in pista e correre. Lo fa proprio con il suo successo "Pronto a correre" dove appeso ad una corda, Mengoni sorvola tutto il parterre.
"Ho visto il tempo scorrere, il dolore diventare forza e le lacrime farsi esperienza", racconta Marco, "ho preso le distanze da me stesso. Mi sono rialzato e mi sono rimesso a correre".
E’ un Marco decisamente cresciuto da quando nel 2009 vinse il talent Rai “X Factor” ma è allo stesso tempo, quel ragazzo tenero e dolce che non si è fatto travolgere dal successo anzi, lo guarda con molto distacco perché in realtà, come lui stesso afferma: “io sono sempre lo stesso Marco”.
Il palazzetto sembra una scatola di luci e “mentre il mondo cade a pezzi”, lui è lì da fiero “Guerriero” che combatte con la sua musica per far capire quale sia il vero “Essenziale” della vita.
“Ho aspettato 4-5 anni prima di tornare a Reggio Calabria e se io e i miei fedeli guerrieri (si riferisce alla band che lo accompagna ormai da anni nei suoi tour) siamo qui è grazie a voi – urla Marco prima di congedarsi – Grazie a chi ha dormito fuori dal palazzetto per aspettarci, grazie a chi ha preso un aereo, un treno, a chi è venuto a piedi solo per poter cantare con noi per qualche ora. Grazie a tutti voi che ci fate sognare e ci fate essere le persone che siamo: uomini semplici capaci ancora di amare e credere nei sogni”.