Inaugurazione mostra Liquid Life
Verrà inaugurata sabato 10 dicembre alle 18,30, la mostra Liquid Life alla Galleria Terrain Vague in via Arabi 31 a Cosenz.a La mostra resterà aperta domenica 11 dicembre h 11-13/ 18.30-21. Anatomia dell’irrequietezza è un percorso che si sviluppa in una serie non determinata di mostre personali, che prende le mosse dall’omonimo testo dello scrittore, archeologo e critico d’arte inglese Bruce Chatwin. Una raccolta di racconti, articoli e saggi il cui filo conduttore è dato dalla convinzione che la natura dell’uomo non risieda nel risiedere in uno spazio circoscritto e delimitato da abitudinari e riconoscibili confini , ma nell’irrequieto vagabondare, viaggiare, muoversi, esplorare: “l’abitudine e la fissità degli atteggiamenti mentali ottundono i sensi e nascondono la vera natura delle cose” afferma Chatwin, che più in là ammonisce “passiamo troppo tempo in stanze chiuse”, motivo per il quale saremmo infelici e irrequieti.
Questa particolare considerazione della natura umana genera una visione della Storia come dialettica culturale tra civiltà e modelli alternativi e naturali: insediamento e nomadismo, vita sociale ed eremitismo, ordinamenti sociali complessi e tribù. Ed è probabilmente il punto di partenza della sua concezione dell’arte, introdotta nell’ultimo saggio della raccolta - “L’arte e l’inconoclasta” - in cui la creazione artistica è comcepita come il risultato di una armonia paradossale tra tensione all’emancipazione e tendenza all’ossessione e all’asservimento.
Su questa armonia impossibile si fonda la serie di mostre proposte: una sorta di diari di viaggio d’artista tenuti attraverso opere di diversa natura (disegni, bozzetti, quadri, installazioni) presentati in un due moduli spaziali predeterminati e fissi. L’impegno che gli artisti coinvolti in questo progetto sono invitati ad assumere è quello, parafrasando il pensiero di Heiddeger sulla scultura, di intendere l’opera come un elemento che non deve occupare uno spazio, ma piuttosto farlo: creare spazi dove l’uomo può procedere.
Il racconto di viaggio non è quindi che quello dell’attraversamento dello spazio che si è appena aperto. Ad aprire questo percorso del “pensare, camminando” su suggerimento del filosofo Nietzsche, un’inedita raccolta di materiale ed appunti di viaggio di Arianna Matta (classe 1979, pittrice romana, ormai tra i nomi più interessanti e originali della pittura in Italia) messi insieme e riproposti al pubblico in un racconto visivo che si snoda tra fogli da disegno, carte, bozzetti, tavole sperimentali, tele di grandi dimensioni.
Un’indagine dentro lo spazio fisico e dentro i luoghi a cui l’artista ormai da anni rivolge la propria ricerca stilistica. Uno sguardo nel retroscena dei passaggi fluenti, liquidi, seppur unitari di una visione della pittura che, dall’archeologia industriale densa di metafore, approda a figure solitarie sospese nello spazio. Liquid Life dà il titolo a questa particolarissima esposizione in cui il termine “liquido”, preso in prestito dal sociologo polacco Zygmunt Bauman è particolarmente significativo.
I liquidi, infatti, a differenza dei corpi solidi, non mantengono una forma propria, ma si muovono con estrema facilità. Se i solidi, con la loro fissità, bloccano e “stabilizzano” il tempo, per i liquidi il tempo stesso, ed anche lo spazio, sono elementi che, attraverso il fluire, condizionano la loro struttura e la loro forma. Nei lavori di Arianna Matta, fabbriche, figure, stazioni, salotti borghesi, aule scolastiche o semplicemente “non luoghi”, ricadono gli uni negli altri, trasformandosi e contaminandosi attraverso le colature gestuali e mentali della pittura liquida.