Anni di violenza tra le mura di casa: schiaffeggiata si rifugia in un rustico, arrestato il marito
Una storia di violenza all’interno delle mura domestiche che ha finalmente conosciuto la parola “fine” grazie all’intervento della Polizia. Nella tarda serata del 9 dicembre scorso, agenti della Mobile e delle Volanti di Catanzaro hanno così arrestato ed in flagranza un 51enne del capoluogo, S.C., con l’accusa di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie.
Il tutto nasce dopo una chiamata arrivata al 113 che segnalava la scomparsa di una donna. I poliziotti sono arrivati nell’abitazione della coppia constatando che la moglie si era allontanata senza dare più alcuna notizia. Gli agenti, per comprendere cosa fosse realmente accaduto, hanno così sentito i parenti presenti e, nel frattempo, si sono messi alla ricerca della donna, poi ritrovata.
Dal racconto di quest’ultima, così come da quanto riferito dai familiari, si è poi appreso che il marito, rientrato a casa dal lavoro, verso le cinque del pomeriggio, aveva iniziato a litigare con la moglie (cosa tra l’altro che non era un caso isolato). Una lite violenta in cui la donna sarebbe stata schiaffeggiata, offesa più volte. Intimatole di uscire di casa l’uomo avrebbe poi colpita con forza con un giocattolo e, a forza di spintoni, buttata fuori.
La vittima era così fuggita rifugiandosi in un vicino rustico, dove è stata poi ritrovata dagli agenti ancora tremante e in un evidente stato di shock. Soccorsa, è stata accompagnata nel pronto soccorso.
La donna avrebbe poi riferito riferiva che oltre a quest’ultimo episodio, anche in passato avrebbe subito aggressioni verbali e violenze fisiche da parte del marito, raccontando di episodi simili avvenuti in un terreno isolato dove sarebbe stata portata proprio per essere offesa e aggredita.
Il 51enne è stato processato per direttissima: il giudice, sebbene non abbia convalidato l’arresto, gli ha applicato la misura dell’allontanamento dalla casa familiare, prescrivendogli di lasciarla immediatamente, di non farvi rientro e non accedervi senza l’autorizzazione dell’autorità giudiziaria.