Nello studio Catalano in mostra le opere di Luigi Scopelliti
Si terrà giovedì 29 dicembre alle 19 presso lo studio fotografico di Giovanna Catalano – via del Torrione 35 – il secondo appuntamento della rassegna artistica “Rizomata”. Protagoniste di questo secondo appuntamento le opere dell’artista Luigi Scopelliti, allestite da Valentina Tebala – curatrice indipendente e contributor writer per Smallzine – in un percorso tematico titolato “MerCibus”. Testi e curatela di Eduardo Grillo, dottore di ricerca in semiotica e comunicazione.
Luigi Scopelliti, nato nel 1988, è originario di Cataforìo (RC) dove vive e lavora. Profondamente scultore, interviene sulla materia plasmando il ferro, il gesso, la pietra o il legno, fino al più comune materiale di recupero, povero o di scarto, spesso letteralmente “salvato” dalla discarica. Negli ultimi anni, con i suoi lavori l’artista ci parla del fenomeno capitalistico del “land grabbing”, dei cibi transgenici e OGM, della loro subdola snaturalizzazione e del drammatico sradicamento dell’uomo dalla terra e dalle sue radici.
"Una tabella a doppia entrata, o due curve che si inseguono su un piano cartesiano.” Secondo Eduardo Grillo, queste potrebbero essere le forme che assume la proposta di Luigi Scopelliti nel suo interrogarsi sulla nostra alimentazione.
“Da un lato le opere focalizzano l’attenzione sulla manipolazione del cibo, dall’altra ‘incarnano’ il rapporto appiattito che l’arte intrattiene ormai con il mondo della produzione. In entrambi i casi, è la merce, intesa come principio trasformativo, a regolare le soluzioni formali. Infatti, Scopelliti mette in scena delle ‘pietrificazioni’ delle figure dell’edibile e la sua riduzione a etichette su cassette da frutta. Rispettivamente, si tratta della raffigurazione di due processi in atto: la reificazione del rapporto profondamente umano che alberga dietro agli alimenti, e lo svuotamento del cibo a vantaggio della sua identità meramente numerica, congeniale allo scambio, tipico anche delle forme d’arte contemporanee. Mercificazione dell’arte e mercificazione del cibo esibiscono quindi un’identità formale, finendo per innescare un processo di riduzione dei contenuti valoriali. Ma Scopelliti, nel cartografare la nostra attuale situazione, non chiude le porte alla possibilità di un riscatto. L’installazione audio, realizzata dallo stesso Scopelliti e da Simone Casile e che accompagna le opere in mostra indica, per contrapposizione, la strada maestra da seguire: la riscoperta di una dimensione ‘domestica’: dell’allevamento e dell’agricoltura, certo, ma anche un ritorno a ‘casa’ dell’arte.”
Eduardo Grillo ha pubblicato per Morlacchi Editore “Il compromesso dello sguardo. Cornelis Gijsbrechts e le ossessioni barocche” e “Post war dream(s). L’arte informale e l’utopia della comunicazione”, oltre a due manuali di semiotica per Carocci e diversi articoli su linguaggio, arti e media.
Valentina Tebala è laureata in Storia dell’Arte. Ha frequentato il Corso in Pratiche Curatoriali e Arti Contemporanee della School for Curatorial Studies di Venezia e studia attualmente presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici di Bologna. È, inoltre, corrispondente giornalista per Artribune.