Arci Crotone. Si chiude la 5a edizione della rassegna XmasInvasion
Anche la quinta edizione di XmasInvasion giunge al termine. La rassegna culturale legata alle festività, targata Arci Crotone, continua ogni anno a crescere in termini di numeri. Anche quest'anno, si è riusciti ad “invadere” la città grazie ai concerti, alle mostre e tanto altro.
L'obiettivo era quello di creare un'interazione importante fra il pubblico e l'opera d'arte che fosse in grado di aumentare la curiosità nei visitatori, ecco perché abbiamo si è scelto il leitmotiv “lasciamoci sorprendere”.
Rimane ancora nelle orecchie la psichedelia dei Telephatic Dreambox, così come la musica del concerto lirico “regalato” ai pazienti ed ai lavoratori dell'Ospedale cittadino, il S. Giovanni di Dio di Crotone.
E poi l'ingegno e il gusto dei visitatori di “Last Shot”, la mostra fotografia a cura di Gregorio Patanè ed Elenia Megna, da completare con una propria composizione, il micro teatro sotto il tavolo per uno spettatore alla volta alle CentoCittà, la sperimentazione attiva a cura di Numero Cromatico.
Da non dimenticare neppure i concerti, i dj set e i momenti di intrattenimento puro a cura di Radio Barrio, le mostre collettive, l'Ammutinamento del Bounty, in versione XmasInvasion, la collaborazione con “Da Tricoli d'Inverno” e il concerto di Marco Corrao: insomma è stato un mese lungo e pieno di stimoli.
“Per questo – affermano gli organizzatori - ringraziamo tutte le strutture che hanno organizzato la rassegna insieme a noi … Un ringraziamento particolare va all'ASP di Crotone per aver accettato l'invasione del 7 gennaio all'interno del nosocomio cittadino e naturalmente ringraziamo tutti gli artisti vicini e lontani che hanno partecipato e sostenuto XmasInvasion”.
“Siamo contenti e soddisfatti, perché quello in cui crediamo, sono le idee. L'arte – proseguono - è espressione estetica dell'interiorità umana, ma è anche e soprattutto opinione di ambito morale, sociale e culturale. Ecco perché scegliamo sempre la cultura, l'arte per “invadere” la città. Rifiutiamo la logica di un assistenzialismo culturale che produce sempre e solo piazze vuote, oppure intrattenimento scambiato per cultura, che è la cosa più triste in assoluto per una città che ha delle origini così importanti”.