Camping Scifo, Sette Soli al ministro: basta farse, nomini un commissario

Crotone Cronaca

Linda Monte e Margherita Corrado dell’associazione “Sette Soli”, continuano la loro “battaglia” contro il “Marine Park Village”, il camping in fase di realizzazione in località Scifo di Crotone, a poca distanza dal Parco Archeologico di Capo Colonna.

A distanza di 48 ore dalla presentazione di un esposto in Procura sui lavori in corso nell’area vincolata, Monte e Corrado si rivolgono nuovamente al Ministro per i Beni e le Attività Culturali e Turismo, Dario Franceschini, inviandogli una lettera formale sulla vicenda.

“Vogliamo farle subito presente - scrivono nella missiva le rappresentanti di Sette Soli - che non ci accontenteremo delle solite farse: è del tutto superfluo, oltre che offensivo per la nostra intelligenza, che lei invii sul posto qualche tecnico della Soprintendenza cosentina che giunga qui disorientato dal viaggio compiuto tra le nevi della Sila per scendere fino al mare ma soprattutto condizionato, giocoforza, dalla frequentazione i funzionari che stazionano da trent’anni in quello stesso Ufficio e che hanno tentato con ogni mezzo, negli ultimi otto, di insabbiare la gravissima responsabilità della (soppressa) SBAP in ordine alla non tutela del sito di Scifo, furbescamente chiamato Alfieri, in gran parte della documentazione ufficiale, per insinuare nei meno avveduti l’idea che l’area dell’insediamento turistico fosse esterna a quella tutelata dal vincolo paesaggistico vigente fin dal 1968”.

“La vicenda che c’impegna e che suscita così tante apprensioni in chi ha senso della memoria dei luoghi e della storia della propria comunità – aggiungono - è diventata, in dieci anni (2006-2016), così complessa sul piano tecnico, articolata, incancrenita da svariati comportamenti al limite e ben oltre il limite del lecito, colorata di tutte le tonalità di ‘grigio’ che si possono immaginare, da richiedere l’intervento tempestivo di un’unica mente, determinata, accorta e competente: un commissario ad acta”.

Monte e Corrado rammentano poi al ministro l’articolo 14 comma 3 del Decreto 165/2001. “In determinate condizioni, che qui ricorrono tutte – sostengono - quel decreto dà a lei, sig. Ministro, facoltà di nominare un commissario, appunto, per porre rimedio a situazioni la cui prosecuzione sarebbe intollerabile. È quasi superfluo dire che il commissario andrebbe scelto fuori dalla cerchia dei tanti ‘paladini della tutela’ che, per brevità, qui si evita di elencare ma che hanno dato prova di sé nella nostra regione e ne danno tutt’ora, nonché tra i loro amici romani... Un nome per tutti? Bastano le iniziali: M.P. (che non sta per Monte Paschi, a scanso di equivoci)”.

Secondo Sette Soli, dunque, il commissario dovrà innanzi tutto acquisire l’intera documentazione prodotta relativamente al procedimento del camping “ma – viene ribadito - anche alle accurate indagini svolte nel 2013-2014 sia dai Carabinieri del TPC sia dalla Polizia Giudiziaria, le prime dissoltesi al sole e le seconde stranamente tradottesi nel sequestro del cantiere solo a metà luglio 2016, senza che i molti soggetti in forza a Provincia, Comune, Soprintendenze BAP e Archeologica perseguibili alla luce dei reati accertati abbiano subito alcuna contestazione”.

“Il commissario, forte delle eventuali consulenze specialistiche del caso – concludono nella richiesta Monte e Corrado - dovrebbe poi tirare le fila dell’intricata e scabrosa vicenda di Scifo, avendo come obiettivo non la difesa aprioristica del buon nome del Suo Ministero, perduto definitivamente da tre anni in qua, ma il ripristino, con i provvedimenti opportuni, di quel minimo di legalità che è finora mancata in questo ‘very schifo’, per usare un’espressione improbabile di quelle che sembrano piacerle tanto. Sappia che non ci accontenteremo di nulla di meno!”.


MEDITERRANEO POSSIBILE: “UNO SCEMPIO AL PATRIMONIO CITTADINO”

Sulla vicenda è intervenuta nelle stesse ore anche Rossana Giuda del Comitato "Mediterraneo Possibile" di Crotone che in una nota ha voluto sottolineare come sia “importante conoscere, continuare a scrivere e parlare” di quello che ha definito come un “insano scempio che senza sosta non dà tregua al nostro patrimonio”.

Patrimonio culturale e paesaggistico che, ribadisce Giuda, “esiste e che ben si può sfruttare. Ma dalle parole e dagli scritti è importante passar ai fatti. Ed allora – sostiene - la strada naturalmente più battuta è quella del ‘cemento’, la cui filosofia tanto ha affascinato e tanto continua ad affascinare le menti degli arditi imprenditori nostrani, che tutto vogliono risanare con la loro idea di economia turistico-laterizia. Già di per sé poco moralmente accettabili sono gli iter burocratici seguiti da tali fantomatici progetti”.

Per Mediterraneo Possibile, “fresco e lampante esempio è il "Marine Park Village", lussuoso villaggio turistico … che con i suoi 79 … bungalow, andrà ad intaccare l'area prospicente alla baia di Scifo ben nota ai crotonesi e non solo, uno dei pochi frammenti di natura incontaminata all'interno dell'area marina protetta Capo Rizzuto. Insomma, detta legge anche qui l'iperbolica retorica dell'ideale recentemente espresso da Briatore in Puglia, il quale afferma: ‘Io so bene come ragiona chi ha molti soldi: non vuole prati né musei’. Solo hotel di lusso sul mare, chiarissima sintesi di ciò che pare essere l'unica salvezza di questo territorio da sfruttare”.

“A noi questo non piace” fa notare Giuda aggiungendo di non volere poi “che gli occhi dei turisti siano abbagliati dallo specchio d'acqua che offre il nostro mare e non dall'artificioso luccichio di una piscina qualsiasi, anche se profonda 4,5 metri. Vogliamo sì sfruttarlo, ma con la forza delle sue naturalistiche meraviglie, attraendo visitatori frequenti anche se occasionali e non secondo una logica di turismo di massa ormai in declino, ma alla ricerca della "genuinità" del territorio. Noi saremo sempre a favore delle imprese turistiche, perché crediamo che la vocazione di Crotone sia questa, ma di quelle realmente interessate ad uno sviluppo ecosostenibile, legato alle tradizioni del luogo, che ricorda la storia da cui proviene e ne trae motivo d'orgoglio”.