A Reggio si parla di donne e Islam, tra presente e passato
Con un incontro sul tema “Le donne nell’Islam tra presente e passato”, organizzato congiuntamente dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca Pietro De Nava, che si terrà sabato 21 gennaio dalle 16,30 presso la Sala della Villetta De Nava, prendono avvio le manifestazioni del Progetto Donna promosso dall’Associazione reggina il cui secondo incontro, sul tema “Le donne della Repubblica: Tina Anselmi, primo ministro al femminile della Repubblica”, si terrà martedì 24 gennaio alle 17,30 presso la Sala di San Giorgio al Corso con l’intervento di Rosella Crinò, Responsabile Sezione Femminile di Anassilaos.
Ad affrontare il tema complesso e di grande attualità della donna nell’Islam sarà il Prof. Pietro Cutrupi, studioso di lingua e cultura araba. Nel nostro immaginario collettivo – spiegano dall’Anassilaos - la donna musulmana appare come una vittima fragile e muta, costretta a obbedire ai propri uomini e oppressa da pratiche umilianti, come il velo, la segregazione, la poligamia, la negazione di diritti ecc. e, qualora ella disobbedisca alle norme che le sono imposte, le tocca una sorte crudele: uccisa, lapidata ecc.
“La donna musulmana” si afferma “non è libera” e sembra non essere in grado, per limiti oggettivi o per incapacità, di liberarsi da sola. Ecco che, secondo questa curiosa e singolare logica, salvarla diviene compito dell’Occidente, a cui spetterebbe questa nobile “missione”, in virtù della sua evidente superiorità non solo tecnologica, ma anche morale e culturale.
Naturalmente, come ogni stereotipo, anche questo trova un fondamento in situazioni reali, poiché è un dato di fatto che in molti paesi arabo-islamici i diritti delle donne siano tuttora limitati. Tuttavia, affermare, ad esempio, che la religione islamica sia intrinsecamente misogina è un pregiudizio privo di ogni dignità scientifica, frutto di quell’orientamento eurocentrico che il celebre intellettuale palestinese Edward Said definiva “orientalista”, atteggiamento che vede nell’Islam un blocco monolitico, incapace di evoluzione e mutamento.
In realtà, non esiste un modello unico di mulier islamica, sempre uguale a se stessa, in ogni tempo e in ogni luogo: esistono, piuttosto, le donne musulmane, soggetti plurali dalle identità molteplici, le cui condizioni di vita e il grado di autonomia e di libertà possono variare moltissimo in base all’epoca storica, al luogo geografico o alla classe sociale di appartenenza.