Buona la seconda de “I Promessi Sposi” dell’Officina dell’Arte
Buona la seconda per la compagnia teatrale Officina dell’arte che, ieri sera al teatro “Cilea”, ha regalato un riadattamento originale del romanzo più celebre della letteratura italiana “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni. “Se Manzoni la vedesse… sicuramente riderebbe insieme a noi”, nuova pièce dell’eccellente cast capitanato da Peppe Piromalli, ha messo in risalto un connubio classico-moderno raffinato e accattivante mai stucchevole né eccessivo caratterizzato da una nuova lingua, il dialiano, composta per l’80% dalla lingua madre e per il restante 20%, dal nostro vernacolo.
Lo studio delle scenografie realizzate sapientemente da Carmelo Lo Re, il gioco di luci di Pasquale Meduri, i costumi della sartoria “Stile d’epoca” di Renè Bruzzese, mostrano un lavoro di costruzione, riscrittura e interpretazione ben bilanciato e dinamico. Camaleontici e perfetti gli attori Peppe Piromalli nel doppio ruolo di Don Abbondio in preda a continui bruciori interni e Fra Cristoforo balbuziente, Tiziana Romeo nei panni di Agnese e Monaca di Monza con il suo accento veneto, Agostino Pitasi (il giovane Lorenzo), Mariella Fortugno (Lucia), Patrizia Britti nella Perpetua con qualche disturbo uditivo, Antonio Malaspina (che ha curato anche la regia, in un don Rodrigo alle prese con il suo spagnolo-reggino), Giuseppe Polimeno l’Innominato, Giorgio Casella e Aldo di Giuseppe nei panni dei Due bravi (il primo originario del Marocco, il secondo con uno slang molto casereccio), i giovani attori dell’Officina Lab (laboratorio sperimentale di teatro ideato dalla compagnia Officina dell’Arte) Fabiana Latella e Santo Luvarà nei testimoni di nozze di Renzo e Lucia. Due ore e mezza di spettacolo intervallato da alcuni momenti musicali con la dolce cantastorie Nadia Labate e dal corpo di ballo della scuola “Danzante” di Silvia Ferro e da ritmi incalzanti di battute magistralmente costruite da un cast convincente che trascina il pubblico rendendolo partecipe nella storia. Gli attori riescono a ricostruire un classico dandogli un taglio completamente nuovo e mostrando l’occhio di un “padre” accorto, il maestro Piromalli, che cresce i figli con dedizione (i suoi amici attori) e con loro sigla importanti successi.
L’Officina dell’arte senza perdere nessuno dei passaggi salienti dell’opera guida ogni spettatore nella giusta direzione perché, come diceva lo stesso Manzoni: “Dio non toglie mai una gioia ai suoi figli se non per darne loro una più grande”. E la compagnia teatrale lo fa con una naturalezza innata regalando un’ottima lezione propedeutica alla lettura dell’opera originale di Manzoni anche per i più giovani. Gli interpreti sono tutti eccellenti, nessuno escluso e sono i continui applausi e le risate degli spettatori a siglare un’altra standing ovation per un gruppo di professionisti che ha rimesso in moto il teatro “Cilea”.