Cosenza rievoca la Shoah con giornate fitte di eventi
“Passare dal consueto rito della rievocazione al tentativo di rendere viva una storia che può essere interiorizzata solo se la si conosce. Far parlare questa storia attraverso musica, dibattiti, film e quanto altro può farcela sentire vicina”: con queste parole della Vice Sindaco Jole Santelli sono state spiegate, questa mattina alla Casa della Musica, le giornate dedicate alla memoria della Shoah, che il Comune di Cosenza ha organizzato in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Stanislao Giacomantonio” e il Liceo Musicale “Lucrezia della Valle”.
Dopo una introduzione della delegata del Sindaco alla Cultura Eva Catizone, che ha coordinato il programma delle iniziative, alla platea composta da autorità, cittadini, docenti e studenti, la Santelli ha portato il saluto del Sindaco Occhiuto, assente per impegni istituzionali fuori città. “Queste giornate servono a tutti -ha detto ancora la Vice Sindaco, ringraziando tutti gli organizzatori- ma sono importanti soprattutto per i ragazzi che conoscendo il passato potranno leggere diversamente anche le realtà che viviamo.”
Il Prefetto Gianfranco Tomao ha citato Primo Levi e il suo monito a vigilare perché ciò che è accaduto può ritornare, ricordando come l'odio razziale sia purtroppo una realtà presente nei nostri tempi. Ha ricordato che lo storico Alan Confino dimostra che i reali motivi di contrasto tra tedeschi ed ebrei non furono basati su fatti reali ma su fantasie ed antisemitismo puro. Ed ha invitato alla riflessione: “Spesso alla base dei conflitti e degli odi non ci sono neanche motivi di carattere economico o comunque concreto, ma solo la follia degli uomini”.
Anche l'Assessore alla Scuola e creazione della coscienza civica Matilde Lanzino Spadafora ha parlato della necessità di “non staccarci dal nostro passato”. Particolarmente suggestiva la citazione della poesia di Joyce Lussu “Un paio di scarpette rosse” sul campo di concentramento di Buckenwald. “Dobbiamo tenere memoria di quanto accaduto -ha concluso rivolta ai tanti giovani presenti- perché gli orrori non sono inevitabili. Il nostro dovere di adulti è di passarvi il testimone perché non si dimentichi la storia. Spero che queste giornate siano occasione di crescita vera e vi auguro di essere nella vostra vita costruttori di pace.”
Ha poi preso la parola il Direttore del Conservatorio Giorgio Feroleto, a buona ragione orgoglioso del ruolo sempre attivo della istituzione musicale cosentina nelle celebrazioni per la rievocazione della Shoah. Particolarmente preziosa la collaborazione l’anno scorso con il Conservatorio di Milano ed il Comune di Tarsia con una indagine sul campo di Ferramonti e delle tante musiche che furono lì composte da internati di varie nazionalità. A marzo ci sarà un prosieguo di questa esperienza alla quale il direttore ha invitato anche il Comune di Cosenza per una ulteriore sinergia sul tema.
Il professor Pisani, docente del Conservatorio, ha rievocato le Leggi razziali introdotte in Italia nel 1938, parlando della “brutalità della normalità” e di un suo lavoro teatrale prodotto in collaborazione con Bice Foà, la quale raccontò la propria esperienza di ragazzina ebrea che da un giorno all’altro vede cambiare il suo mondo. “La memoria – ha concluso- non è solo un archivio, ma un sistema da utilizzare per sviluppare la creatività per evitare che quello che è accaduto continui ad accadere. Noi, come Conservatorio e musicisti, cerchiamo di offrire ai giovani motori di creatività attraverso diversi modelli culturali.”
La docente universitaria Marta Petrusewicz si è soffermata sulla differenza tra ebraico, lingua dei dotti, e yiddish, che era “la lingua degli ebrei dell’Europa centrale e orientale, non colta, ma di casa, la lingua degli affetti. Tutti parlavano in yiddish, ma anche questa forma di espressione fu uccisa nei campi di sterminio”. Per questo, particolarmente preziosa è stata l'opera di Rudi Assuntino, che la Petrusewicz ha presentato quale studioso di ebraismo, etnomusicologo, regista, autore di documentari televisioni e cinematografici ed anche cantautore del mondo studentesco del '68 cui consegnò, tra l'altro, la canzone “Buttiamo a mare le basi americane”. Ha infine preso la parola proprio Rudi Assuntino, presentando il suo lavoro su Mordechaj Gebirtig, il più grande autore della canzone yiddish, al quale Assuntino ha dedicato, nel 1997, il volume “Le mie canzoni”.
Assuntino ha ricordato come il popolo ebraico tenesse moltissimo alla educazione di tutti i ceti sociali, a differenza di quanto accadeva all'epoca in altre nazioni, quando a studiare erano solo le classi più elevate. Il polacco Mordechaj Gebirtig, pur essendo di origini umili, aveva potuto imparare a leggere e a scrivere, il che gli consentì la preziosa produzione in yiddish. E' quindi seguita la proiezione del lavoro dello stesso Assuntino “Tre figliole”. Assente per precedenti impegni, il Responsabile della Comunità ebraica per la Calabria Roque Pugliese ha inviato un messaggio di ringraziamento e di apprezzamento per le belle iniziative cosentine.
Il programma delle due giornate, come ha ricordato Eva Catizone, è fittissimo, con musiche e film alla Casa della Musica. E lungo l'isola pedonale in questi due giorni saranno diffuse musiche della cultura ebraica e armena. Di particolare suggestione sarà, infine, la edizione speciale dei “Cinque sensi di marcia”, organizzata come sempre dall'Assessorato al Turismo, sabato 28 gennaio. La passeggiata si svolgerà lungo i luoghi che portano i segni della comunità ebraica a Cosenza. Il raduno è alle 15,30 alla confluenza di fiumi, sotto la statua di Alarico.