Cosenza: nella Giornata della Memoria ricorda gli ebrei e invita ad avvicinarsi alla cultura Rom
Una intensa Giornata della Memoria quella che l’Amministrazione comunale di Cosenza – attraverso l’assessorato alla solidarietà e coesione sociale, guidato da Alessandra De Rosa – sta organizzando per il 27 gennaio, data nella quale si ricorda lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti.
L’iniziativa che parte dal capoluogo bruzio si lega ad un importante progetto di ricerca, finalizzato al recupero di documenti sugli ebrei di Ferramonti e degli altri comuni, oltre 25, dove esistevano campi coatti degli ebrei, che vede impegnato un centinaio di scuole calabresi, guidate da Antonio Sorrenti, presidente del centro studi Triveneto sulla Shoah. Forse non tutti sanno, infatti, del forte legame tra il campo di Ferramonti di Tarsia ed i campi del Triveneto tra i quali avvenivano spesso trasferimenti di ebrei.
“Settecentocinquanta furono gli ebrei che da Ferramonti furono trasferiti in campi del centro e nord Italia – ci racconta lo stesso Sorrenti. Duecentoventicinque di loro prenderanno i convogli verso i campi di sterminio”.
Questa prima area di ricerca "ispira" la manifestazione di Cosenza che in un lungo telo – 600 metri – riproduce nome, cognome, paternità, maternità, data di nascita, luogo di arresto, numero di matricola, convoglio e morte di ognuno di questi 250 ebrei. Ogni nome occupa uno spazio di due metri e venti, è il sudario nel quale vengono sepolti. Venerdì mattina, alle 10.30, da piazza dei Bruzi cinquecento studenti degli istituti magistrali di Locri e Polistena, e del Liceo Classico Telesio di Cosenza, e con loro il Sindaco Mario Occhiuto e l’assessore Alessandra De Rosa, porteranno questo telo al cimitero di Cosenza. “A quei morti – ci dice Sorrenti - daremo la sepoltura ebraica”.
La ricerca, che lo studioso sta conducendo per i dipartimenti sull’ebraismo della Università parigina della Sorbona e dell’ateneo di Bologna, si configura come la ricostruzione minuziosa di una sorte di anagrafe degli ebrei deportati in Calabria.
Si cercano gli ebrei morti a Cosenza, a Ferramonti come in altri comuni. Si cercano i bambini nati da matrimoni ebrei, le maggiori età, le circoncisioni. “Stiamo rintracciando lentamente i bambini calabresi ebrei nati in provincia di Cosenza perché sono gli ultimi testimoni di quel periodo – spiega ancora Sorrenti – e soprattutto stiamo recuperando coloro che hanno frequentato le scuole nel campo di Ferramonti per comprendere chi sono i loro figli e i loro nipoti”.
La manifestazione della Giornata della Memoria sarà preceduta, giovedì 26, da un incontro tra l’assessore Alessandra De Rosa ed il rabbino capo di Napoli Mino Bahbout ed insieme visiteranno nel primo pomeriggio il campo di Ferramonti di Tarsia.
“Ci è sembrato doveroso celebrare il Giorno della Memoria – afferma l’assessore alla coesione sociale Alessandra De Rosa – non solo per non dimenticare ma perché l’orrore per quanto avvenuto durante il conflitto mondiale possa rafforzare i valori del rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona. E per questo ci è sembrato fondamentale il coinvolgimento dei giovani – prosegue la De Rosa – perché è in loro che dobbiamo generare gli anticorpi contro il pregiudizio e diffondere, di conseguenza, la cultura dell’accoglienza e della diversità”.
In nome di questa cultura, l’assessore De Rosa, per la Giornata della Memoria ha voluto pensare ad un altro popolo, quello Rom, vittima di persecuzioni, ma anche dimenticato, seppure portatore di radici culturali molto profonde.
“Fa male vedere come trattate degli esseri umani che nella loro storia non hanno fatto del male a nessuno”, la frase è della scrittrice zingara Mariella Mehr.
Il pomeriggio del 27 gennaio è dedicato ai Rom. Al cinema Italia “Tieri”, con le associazioni Confluenze, Sentiero Nonviolento e Radio 180 Cambia la Musica, vivrà “La memoria attuale del Porrajmos, questo è il tema dell’iniziativa che, introdotta dallo stesso assessore De Rosa e coordinata da Mariafrancesca D’Agostino dell’associazione Confluenze, proporrà musiche e canti dei gruppi della Comunità Rom di Vaglio Lise, letture dal libro “Non chiamarmi zingaro” di Vincenzo Altomare, performance teatrali curate dall’Associazione Radio 180. E soprattutto interventi e riflessioni da parte dei Rom.
E quella che di prassi è una frase formale, da manifesto, per l’assessore De Rosa diventa un appello fortemente sentito, “invitiamo la cittadinanza a partecipare tutta”.