Catanzaro, processo “Harem”, sentenza il 23 novembre

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E' slittata al prossimo 23 novembre la lettura della sentenza nei confronti dei ventisette imputati ritenuti colpevoli al termine del processo seguito all'operazione "Harem", diretta contro un traffico di esseri umani. Davanti alla Corte d'assise d'appello di Catanzaro oggi sono terminate le arringhe dei numerosi difensori, iniziate dopo che il sostituto procuratore generale Giovanni Grisolia ha chiesto di confermare la sentenza di primo grado e le relative pesanti condanne, comprese fra i sedici ed i quattro anni di galera. Una richiesta avanzata anche l'avvocato di parte civile, Antonella Canino (sostituto di Luigi Gullo), che rappresenta la Regione Calabria e la Provincia di Cosenza, la quale pure ha chiesto ai giudici (presidente Cosentino, consigliere Petrini) di non modificare la pronuncia emessa il 20 marzo del 2009 dalla Corte d'assise di Cosenza, al termine del dibattimento a carico degli imputati che non chiesero di accedere al rito abbreviato, con cui agli enti fu riconosciuto il diritto al risarcimento del danno. L'operazione "Harem", condotta contro un presunto traffico di esseri umani, segui' alle indagini dei Carabinieri del Ros , coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che sfociarono, nel dicembre del 2005, in un maxi blitz per l'esecuzione di 80 provvedimenti di custodia cautelare. Cosi' gli investigatori ritennero di scompaginare una presunta organizzazione malavitosa, composta da albanesi e calabresi e radicata nella zona di Sibari, che gestiva una tratta di immigrati nel nostro Paese, e un traffico di prostituzione, armi e droga dall'Albania. Gli stupefacenti, secondo gli inquirenti, venivano smerciati nelle province di Cosenza, Crotone e Messina, mentre le armi andavano a incrementare gli arsenali della 'ndrangheta. Sarebbero state centinaia le ragazze, di nazionalita' moldava, albanese, ucraina e romena, ridotte in schiavitu' e fatte prostituire in Calabria e in altre regioni sotto il controllo degli albanesi, con il beneplacito della 'ndrangheta, che in cambio avrebbe ricevuto droga e armi. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro per oltre cento persone, moltissimi imputati chiesero il rito abbreviato, mentre altri furono mandati al dibattimento. Questo si e' infine concluso con diverse condanne, ventisette delle quali sono adesso all'attenzione dei giudici d'appello. Si tratta delle posizioni di Saimir Alterziu, che ha avuto 10 anni; Klodvan Baja, che ha avuto 10 anni; Giovanni Battista Berardi, che ha avuto 16 anni; Gani Berisha, che ha avuto 7 anni; Massimo Bevilacqua, che ha avuto 6 anni e 6 mesi; Tonino Bevilacqua, che ha avuto 6 anni e 6 mesi; Zamak Cani, che ha avuto 10 anni; Adriatik Dedja, che ha avuto 10 anni; Klodyan Dedja, che ha avuto 10 anni; Fatmir Draghi, che ha avuto 9 anni; Arben Elezi, che ha avuto 10 anni; Veli Elezi, che avuto 10 anni; Jozef Romualdo Gajdzinski, che ha avuto 4 anni; Fredi Haxaj, che ha avuto 10 anni; Vaisi Hoxai, che ha avuto 10 anni; Alket Karaj, che ha avuto 10 anni; Gentian Karaj, che ha avuto 10 anni; Artur Koloshi e Roland Koloshi, che hanno avuto 10 anni ciascuno; Genzim Lila, che ha avuto 16 anni; Fatmir Mema, che ha avuto 10 anni; Paul Mihailovici, che ha avuto 16 anni; Ferdinand Mimini, che ha avuto 10 anni; Adelin Skendaj, che ha avuto 7 anni; Ferdinand Levio Zykja, che ha avuto 10 anni.