Rossano, un milione di euro per il Piano locale per il Lavoro

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Un milione di euro già stanziati dalla Regione Calabria per la prosecuzione delle attività del Piano Locale per il Lavoro (Pll). Sono 303 i giovani che hanno partecipato ai 6 workshop e 381 quelli che si sono rivolti all’Ufficio Europa per richiedere informazioni sulla modulistica del bando. Sono 34 le reti di impresa e le imprese che hanno manifestato l’interesse ad ospitare i neo laureati. Quattro i seminari informativi svolti nei Comuni di Crosia, San Cosmo, Cariati e Camppana. Numerosissime le domande presentate alla Regione.

Sono, questi, i numeri registrati dall’intensa e capillare attività coordinata dall’Ufficio Europa comunale per il bando del PLL che si è chiuso nei giorni scorsi (26 febbraio).

A darne notizia è l’assessore alle politiche europee Serena Flotta precisando che oltre la metà dei 44 giovani seguiti attraverso incontri one to one è già orientata ad avviare un’attività imprenditoriale indipendente.

"I territori più virtuosi in termini di attività di informazione e assistenza tecnica e quindi di partecipazione al bando – spiega Benedetta De Vita, responsabile dell’Ufficio Europa – potrebbero essere destinatari di una parte più consistente dei fondi stanziati. Al momento solo 10 giovani di questo territorio potranno essere selezionati. Alcuni di loro hanno già avuto esperienze professionali e di studio in altre nazioni europee ed hanno deciso di partecipare al bando per avere una chance di restare ed investire in Italia, in Calabria e addirittura nel loro comune di residenza con una opportunità concreta di lavoro in imprese del territorio o di avviare nuove attività imprenditoriali grazie agli incentivi per l’auto-lavoro previsti nel bando".

"Si trattava – va avanti – di una nuova modalità di domanda in quanto prevedeva la predisposizione di un vero e proprio progetto formativo per delineare un percorso professionale in maniera chiara. Solo chi aveva ben chiaro il proprio percorso di sviluppo professionale e sapeva con certezza cosa voleva fare da grande poteva sviluppare tale progetto, che consentiva ai giovani di trovare uno sbocco occupazionale in ambiti professionali non necessariamente coerenti con il proprio percorso di studi ma coerenti, invece – conclude la De Vita – con le loro competenze personali".