Incassa la pensione d’invalidità, beccato furbetto degli incidenti “fantasma”

Cosenza Cronaca

I “furbetti” non sono solo quelli del “cartellino” che balzano ormai, quasi ogni giorno, alle cronache locali e nazionali. A questi si affianca un’altra figura altrettanto deplorevole che “saccheggia” anch’essa le casse degli istituti di previdenza: il cosiddetto “furbetto” degli incidenti “fantasma”.


Si chiama infortunio “in itinere”: in pratica un istituto giuridico che tutela un dipendente garantendogli, in caso capitasse un incidente durante il viaggio tra l’abitazione e il luogo di lavoro, un’indennità temporanea e una rendita vitalizia mensile.

A questo “beneficio” si era appellato un uomo che avendo avuto, appunto, un sinistro stradale, aveva dichiarato che lo stesso era avvenuto mentre stava rientrando a casa dal lavoro, comunicando all’Inail tanto gli orari di servizio che delle autocertificazioni. Il tutto, poi, confermato anche da un testimone dell’incidente.

Così era riuscito ad ottenere, per quattro anni, una pensione di invalidità che gli aveva consentito di incassare circa 70 mila euro.

Tutto falso, però: tanto il testimone che era stato indicato a sua insaputa all’Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. A scoprirlo sono state le Fiamme Gialle cosentine che hanno eseguito degli accertamenti sia presso il suo datore di lavoro che presso il presunto testimone oculare.

I finanzieri hanno appurato che gli orari di servizio segnalati dall’uomo erano in realtà differenti, che non esisteva alcuna autorizzazione all’utilizzo del mezzo privato da parte del dipendente e, soprattutto, che il testimone oculare non era affatto presente sul luogo dell’incidente.

Da qui è scattata da parte dell’Inps la sospensione del pagamento delle indennità e l’avvio delle procedure per recuperare quanto erogato indebitamente.

La persona interessata, infine, è stata denunciata alla Procura della Repubblica del capoluogo per truffa aggravata ai danni dello Stato (reato che arriva a prevedere anche la reclusione fino a cinque anni e una multa fino a oltre 1.500 euro) e per falsità ideologica in atti.