Cittadinanza onoraria, monsignor Marcianò: “Grazie a tutti”

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Ha accolto la cittadinanza onoraria di Rossano con grande commozione, monsignor Santo Marcianò. E poi ha deciso di esprimere la propria riconoscenza a numerose persone. “Ringrazio anzitutto il primo Cittadino di Rossano, il Sindaco Stefano Mascaro, la cui persona conosco da tempo, assieme al ricordo della sua cara famiglia. Ringrazio il Presidente del Consiglio Comunale, Rosellina Madeo, assieme a tutto il Consiglio. Come è stato ricordato, nel tempo, con le diverse Amministrazioni, c’è stata sempre grande sinergia e fattiva collaborazione per il bene comune; è una dimostrazione di come il servizio alla città dell’uomo si nutra del vero dialogo, quel dialogo che rispetta e valorizza le differenze e che la cultura di Rossano, attenta custode delle differenze, aiuta a valorizzare.

“Ringrazio Giuseppe Antoniotti, primo entusiasta promotore - all’indomani della mia nomina a Ordinario Militare - di questa iniziativa, da lui continuamente sollecitata, con l’apporto e il sostegno di molti altri. Ringrazio tutte le autorità civili e militari che, con la loro presenza, hanno voluto onorare questa giornata e la mia persona. In particolare, il Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.

Ringrazio Monsignor Giuseppe Satriano, pastore di questa diocesi, per la fraterna e affettuosa comunione con cui oggi, come sempre, condivide un momento così importante, donandomi grande gioia; con lui, ringrazio Sua Eccellenza Monsignor Bonanno e i cari Monsignor Renzo e Monsignor Milito, i confratelli che, come è stato ricordato, ho avuto la gioia di ordinare vescovi ma che, prima ancora, ho avuto il dono di avere come collaboratori; essi sono punti di riferimento nella Chiesa di Rossano, anche per il prezioso servizio alla storia e cultura di questa terra.

“Ringrazio i confratelli presbiteri, i religiosi e i consacrati, con i quali abbiamo camminato tanto, condividendo gioie e angosce della nostra gente e sempre sforzandoci di trovare vie nuove ed efficaci di evangelizzazione. E ringrazio la gente: laici, famiglie, giovani, poveri, carcerati, ammalati, immigrati… tutti coloro che oggi mi commuovono con la loro partecipazione. La gratitudine, per un pastore, diventa rendimento di grazie: porto con me, nel ricordo carico di affetto, nella preghiera di ogni giorno, i volti di tutti, conosciuti e amati nel tempo del mio ministero tra voi. Assieme alle persone, sono tanti i motivi per i quali rendere grazie a questa Città e a questa Chiesa.

“Le opere da voi citate, più che iniziative da me promosse, rappresentano lo svilupparsi delle enormi potenzialità che, da subito, ho intravisto in questo territorio. Una terra e un popolo chiamati, con splendida originalità, a coniugare elementi diversi e preziosi: natura e arte, occidente e oriente, senso di accoglienza e capacità di esportare i propri tesori, anelito ecumenico e religiosità popolare, spiritualità della tradizione monastica e dinamismo evangelico. Alcune “icone”, simbolo di questa Città, unica nel suo genere, sono state per me messaggio eloquente e lo sono, certamente, anche per voi.

“Penso all’incantevole Codex Purpureus, che insegna come il linguaggio della fede sia comprensibile a tutti, perché traducibile in cultura, storia, arte, bellezza, vita. Rossano, Città del Codex, ha saputo apprendere questo linguaggio e, a partire da una radice cristiana, ha maturato una straordinaria vocazione al dialogo, fatto di identità forte e apertura intelligente, che la pone in grado di integrare valori e persone, di creare armonia tra culture e differenze. È una lezione stupenda che, come tutto il nostro amato Sud, questa città offre all’Italia e al mondo; una lezione che io stesso ho imparato e che, in modo diverso, ho ritrovato nel mio ministero di pastore dell’Ordinariato Militare, Chiesa aperta alla diversità dei luoghi e dei popoli; una lezione che è garanzia e promessa di futuro e che mi auguro “contagi”, in modo più incisivo, anche il mondo della politica e delle Istituzioni.

Penso poi al cammino spirituale di Nilo e Bartolomeo, santi eremiti e, allo stesso tempo, uomini di carità, disposti ad aprire le porte e a prendere il largo, a partire per diffondere la Parola di Dio, portando nel cuore, senza mai dimenticarlo, il profumo e il colore di questa terra. Anche oggi, Rossano sa aprire le porte, sa rifiutare i muri, sa esportare e promuovere i propri doni, profumando di fraternità i suoi spazi e vivendo così la preziosa eredità che i suoi santi le hanno lasciato.

“E penso, infine, alla Bellezza della Vergine Achiropita, che illumina e rassicura, aiutandoci a ricordare come tutto, nella storia umana, sia sapientemente scritto dalla Mano di Dio: con la Sua Mano di Madre, Ella ha sostenuto il nostro camminare insieme come comunità e, con il Suo amore, mi ha fatto crescere sempre più nell’amore per questa Chiesa, per questa Città. ecclesiale e comunità civile. Questo credo sia stato il dono più bello, che ha preparato il momento che viviamo oggi. Il rapporto con la Città, la collaborazione con la Città è stata per me esperienza davvero edificante. Una collaborazione che ha confermato come, per un territorio, si possano compiere opere straordinarie quando l’alleanza tra Chiesa, Istituzioni, cittadini metta al centro il valore della persona umana, della sua vita e della sua dignità. Non dimentichiamolo, l’uomo è sempre e solo da servire. Ed è quello che anche noi abbiamo cercato di fare: servire, servire insieme! E la gente lo ha percepito, sentendosi coinvolta, curata, amata. E’ questo l’impegno di sempre che coinvolge Chiesa e Istituzioni.

“Cari amici, nonostante i miei limiti e i gli errori commessi, ho, però, amato profondamente ogni persona e ogni momento del tempo che il Signore mi ha concesso di vivere tra voi. Ho amato la città di Rossano. E quando, per Sua Volontà, ho dovuto lasciare questo luogo, ho attinto coraggio e fiducia dalla forza evangelizzatrice di Nilo e Bartolomeo e dalla pronta disponibilità di Maria, certo che Egli avrebbe continuato a scrivere il Suo progetto d’amore nella mia storia e nella storia di Rossano. Oggi questo progetto d’amore continua nel dono della Cittadinanza Onoraria. Non solo un riconoscimento ma un dono! Lo sento ed è così. Un dono che accolgo con grato amore leggendo, nelle parole ufficiali e nel gesto solenne che tanto mi onora, una verità semplice e profonda, scritta nella mia, anzi nella nostra vita, dalla Mano di Dio: l’essermi sentito sempre, e adesso ancor più, “uno di voi”.