In Sila nidifica il Gruccione: il migratore sceglie la quota più alta in Italia
Ha deciso di nidificare in Sila il Gruccione. Si tratta di un variopinto uccello migratore che torna nella penisola italiana per nidificare nelle aree di pianura e della prima collina. Da qualche anno sulla Sila cosentina, a quasi 1200 metri, sono state scoperte le colonie nidificanti alla quota più elevata del Paese, un dato rilevante che aumenta la biodiversità di un territorio montano unico, posto al centro della regione biogeografica del Mediterraneo.
Sembra che nemmeno in Valle d’Aosta questa specie si riproduca a queste quote, dal momento che si feremerebbe intorno ai 600-700 metri di quota, sulla Sila, invece ha posto i nidi al centro della montagna e non all’orlo o nelle zone pedemontane. La scoperta del Gruccione nidificante sulla Sila è recentissima e porta la firma di Gianluca Congi, uno dei più esperti osservatori e conoscitori della fauna calabrese e silana nello specifico. Da circa sette anni, il giovane studioso ne segue i movimenti, soprattutto fuori dal classico periodo delle migrazioni, riuscendone dapprima a scoprire i primi tentativi di riproduzione, non andati a segno per vari motivi, tra cui anche il disturbo antropico.
Nidifica nel mese di giugno, allevando la prole fino a luglio inoltrato, giusto il tempo di generare nuova vita e poi spiccare il volo per lo sconfinato continente africano. La specie nel nostro Paese sta vivendo da Nord a Sud un periodo di espansione, anni addietro in molte aree italiane era solo di passaggio, avvistabile più che altro in primavera e verso la fine dell’estate. Non vi sarebbero casi noti di riproduzione oltre le quote silane, pur se avvistamenti sporadici sono segnalati in più zone montane delle Alpi e degli Appennini, ma nessuna nidificazione accertata. I contatti con Sergio Tralongo, attuale direttore del Parco Nazionale dell’Aspromonte e già direttore di diverse aree protette della regione Emilia Romagna, coautore di una bella opera scientifica sui gruccioni in Italia, confermano le riproduzioni della Sila, come quelle di fatto, più elevate.