Fratelli d’Italia Catanzaro: riforma del welfare costruita sull’incongruenza
“E’ ormai quotidianità, purtroppo, dover essere costretti a leggere che in Calabria, quella del governatore Oliverio, le crisi si succedono accavallandosi una dietro l’altra, in una spirale ormai senza fine che ci spinge a chiederci quale sia l’utilità di continuare a denunciare, se dall’altra parte – quella del governatore – il grido di dolore dei calabresi sembra essere diventato una cornice noiosamente istituzionale del suo agire! Invece non è così! Non è così quando a parlare, attraverso le corde vocali di quanti operano nel settore, è la malattia, quella vera, quella che merita dignità e rispetto e che nonostante tutto ci insegna che la vita resta sempre un valore, comunque essa sia, non certamente uno strumento da usare”
È quanto si legge i una nota di Fratelli d’Italia-AN di Catanzaro nella quale prosegue sostenendo che oggi, “la protesta delle associazioni Uneba, Anaste, Aris, Confapi, Confcooperative, Legacoop sociali e Terzo settore, ossia di quanti operano nel settore socio-assistenziale in Calabria, a noi sembra assolutamente legittima ed il loro ultimatum, garbato peraltro, ad Oliverio – garbato perché sono persone garbate che conoscono il senso del limite della vita a differenza di chi governa – ci restituisce pesantemente ed in termini di verità la vicenda welfare calabrese”.
“Quel welfare che – ribadiscono da FdI - non sa nemmeno usare il classico “copia e incolla” costruito sull’incongruenza, su un incapacità organizzativa e gestionale, su una mancanza di indirizzo politico ed ancora più pesantemente, condito da un arroganza incapace di usare come ricchezza quel patrimonio di esperienza di quanti operano quotidianamente nel settore socio-assistenziale, che sono e restano, senza ombra di dubbio, un expertise consolidata”.
Per Fratelli d’Italia “quella che manca ed è mancata al governo regionale, non fosse altro come senso di responsabilità non soltanto politica, ma concreta rispetto ai bisogni di un territorio e di tante famiglie che vivono il disaggio dove la vicinanza, anche solidale, degli operatori non basta più! Indignarsi, protestare, a cosa serve? Se, dall’altra parte – il governo regionale – c’è la fondata certezza che quello che vogliono definire welfare è solo e soltanto una nuova forma di apartheid inverosimile, che giusto per restare in un ironia, macabra, possiamo chiamare Roccisanity: una specie di bail in sociale che la Calabria ed i calabresi non meritano”.
“Si sta decretando – prosegue la nota - quello che era facilmente profetico, il caos per la mancanza di indirizzo di un assessore, che ci ha abituato alle sue comparsate in negativo in televisione, che per nascondere le sue manchevolezze scopre che […] non funziona niente, non funziona niente, nel Dipartimento Politiche Sociali e che con la complicità silente del governatore Oliverio, ci consegna, anzi consegna alla malattia ed al disaggio in Calabria, un sistema che scardina un tessuto di assistenza, bombardando – e questa è un’altra facile profezia – anche gli enti locali. Accettare questo – conclude - ci sembra impossibile, anche perché chi vive la malattia non deve fare “assist” alla politica cialtrona, tantomeno usare toni bassi, quindi niente fair play”.