Crosia ambisce ad essere città cardioprotetta
L’Esecutivo Russo pensa alla realizzazione del progetto “Città cardioprotetta”. Un piano che prevede l’installazione di alcuni defibrillatori semiautomatici sul territorio, in luoghi strategici e ben raggiungibili, per garantire maggior sicurezza e tutela della salute e del diritto alla vita di ogni cittadino.
Nei giorni scorsi, il Sindaco, insieme alla Giunta comunale ed ai responsabili dell’azienda Dae Italia, Carlo Zito e Francesco Rizzo, ha incontrato gli imprenditori del territorio ai quali ha sottoposto l’iniziativa, che dovrebbe essere realizzata in partnership pubblico-privato.
“L’obiettivo che ci proponiamo – dichiara il Primo Cittadino - è quello di diffondere la consapevolezza che pochi minuti possano fare la differenza per salvare una vita. Conosciamo bene i grandissimi problemi della Sanità nella nostra Regione, per questo avere degli strumenti di primo soccorso sarebbe importantissimo, per far sì che la nostra sia una cittadina sempre più sicura e rispondente ai canoni di salvaguardia del diritto alla salute e alla vita. Il progetto – continua - dovrebbe prevede l’installazione dei defibrillatori in luoghi aperti, punti strategici della cittadina facili da raggiungere 24 ore su 24, con un cartello ben visibile che ne indichi la presenza. E ovviamente la formazione del maggior numero di cittadini all’uso del defibrillatore e alle tecniche di primo soccorso, diffondendo la consapevolezza che, a volte, bastano 5 minuti per salvare una vita. L’auspicio – conclude Russo - è che, insieme agli imprenditori del territorio, si possa dar vita a questo progetto che il Comune non può sostenere in maniera autonoma.”
Ogni anno in Italia muoiono per arresto cardiaco decine di migliaia di persone, molte delle quali potrebbero essere salvate. La maggior parte di queste morti avviene perché non si riesce ad intervenire tempestivamente. Nel caso dell’arresto cardiaco, il cuore va in fibrillazione e nei primi 5-6 minuti la defibrillazione rappresenta l’unica terapia efficace, perché la scarica elettrica fa sì che il cuore riparta con un ritmo corretto. Numerosi studi hanno dimostrato come la diffusione del defibrillatore e l’addestramento della popolazione abbiano aumentato del 50% la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco. Ma il tempo è fondamentale: solo il trattamento nei primi 5-6 minuti effettuato da persone opportunamente formate, in attesa dell’arrivo dell’ambulanza, può aumentare la sopravvivenza delle vittime e diminuire la possibilità di danni neurologici permanenti. Dopo circa 10 minuti la percentuale di persone che sopravvive è bassissima e possono esserci danni neurologici permanenti. Per essere abilitati alla rianimazione cardio-polmonare e all’uso del defibrillatore è sufficiente un corso di 6 ore senza necessariamente possedere specifiche conoscenze in campo sanitario.