Le cosche di Lamezia e Cutro impegnate alle Regionali. Soldi per sostenere candidata
Sono indagati per voto di scambio politico-mafioso, Angela De Feo (55 anni), Romolo Villirillo (39), Vincenzo Bonaddio (58), Aldo Notarianni (52), Rosario Cappello, Pasquale Giampà, Angelo Torcasio e Saverio Cappello.
Tutti e otto hanno ricevuto la notifica dell’avviso conclusione indagini da parte della squadra mobile di Catanzaro, su disposizione della Procura della Repubblica e della Direzione distrettuale antimafia.
Sulla scorta delle dichiarazioni rilasciate dagli ultimi quattro, attualmente collaboratori di giustizia collaboratori, oltre che da Gennaro Pulice e Giuseppe Giampà, gli investigatori della mobile si dicono certi di poter dimostrare che la De Feo, in qualità di candidata per il Partito Socialista, nuovo Psi, avrebbe avvicinato esponenti di spicco della cosca Giampà di Lamezia Terme perché gli procurassero voti in occasione delle consultazioni regionali del 3 e 4 aprile del 2005.
Secondo la tesi degli inquirenti la donna avrebbe pagato agli esponenti del clan, utilizzando come intermediario Romolo Villirillo, ritenuto vicino alla cosca Grande Aracri di Cutro (nel crotonese), la somma di 50mila euro che sarebbe stata poi consegnata a Pasquale Giampà, considerato membro della cosiddetta “commissione” della cosca lametina: ques’utlimo, a sua volta, l’avrebbe suddivisa con gli altri esponenti del clan.
A distribuire ad affiliati e simpatizzanti il materiale di propaganda elettorale sarebbero stati i Cappello che, dopo l’avvio della loro collaborazione con la giustizia, hanno dichiarato di aver ricevuto 5 mila euro della maggior somma pagata dalla De Feo, che poi avrebbero distribuito, in piccole tranche da 100 euro, ai collettori di voti a disposizione della cosca ed impegnati sul territorio.
L’intervento del clan non si sarebbe tuttavia rivelato sufficiente per la vittoria della De Feo, per questo motivo la donna si sarebbe rivolta a Villirillo per farsi restituire il denaro. Quest’ultimo avrebbe interessato della cosa esponenti di spicco della ‘ndrangheta lametina, contattati anche in ambito carcerario.