Attentato dinamitardo a Lamezia, arrestati due giovani
Una settimana fa la panetteria di alcuni parenti di un collaboratore di giustizia venne fatta saltare in aria in pieno centro a Lamezia Terme, in una traversa di corso Giovanni Nicotera, in via Piave. La bomba aveva causato ingenti danni al locale e anche ad alcune vetture che era parcheggiate nella zona.
Da subito agli investigatori era apparso come l’episodio fosse chiara matrice estorsiva e, oggi, la polizia di Catanzaro crede di essere arrivata ad una svolta: su provvedimenti della Dda del capoluogo e del Gip di Lamezia, infatti, sono finiti in arresto i presunti autori dell’attentato dinamitardo.
I destinatari sono due giovani del posto che sono ritenuti responsabili anche di una tentata rapina nell’abitazione di una anziana signora che fu malmenata pesantemente.
Si tratta di Davide Belville, di 21 anni e Francesco Gigliotti, di 28, destinatari rispettivamente di un fermo di indiziato di delitto (disposto dal Procuratore Aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Elio Romano, coordinati del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri) per danneggiamento, possesso di esplosivo ed esplosioni pericolose, aggravate dalla metodologia mafiosa; ed una ordinanza di custodia cautelare in carcere (disposta dal Gip lametino su richiesta del Procuratore Salvatore Curcio) per tentata rapina aggravata e furto aggravato in abitazione.
LA RAPINA IN CASA DELL’ANZIANA
Le misure si basano sull’attività investigativa compiuta dal personale del Commissariato di Lamezia Terme e della Squadra Mobile di Catanzaro ed in particolare sulle indagini avviate il 10 marzo scorso, quando due soggetti, che poco prima si erano resi responsabili di un furto in abitazione, si introdussero, dopo aver divelto la porta di ingresso, in una casa poco distante dove viveva un’anziana che venne minacciata e picchiata per consegnare soldi e gioielli. I malviventi erano poi fuggiti spaventati dall’arrivo di un’auto.
Quelle indagini consentirono di identificare, come possibili autori, Belville e Gigliotti, che sarebbero stati immortalati dalle telecamere di sorveglianza poco dopo la commissione del reato. Così la Procura lametina aveva disposto degli approfondimenti a loro carico.
Proprio quelle attività tecniche avrebbero portato gli investigatori ad acquisire dei significativi elementi che porterebbero al coinvolgimento dei due nell’attentato dinamitardo perpetrato il 30 marzo alla panetteria “il Fornaio”, quando davanti alla saracinesca fu fatto esplodere un ordigno esplosivo di micidiale potenzialità.
INCASTRATI DALLE TELECAMERE. E DALLE TELEFONATE
In seguito all’attentato, sulla cui motivazioni sono ancora in corso delle indagini, la Squadra Mobile e il Commissariato lametino, analizzarono dei filmati registrati da numerose telecamere cittadine, e ricostruirono il percorso effettuato dagli autori per giungere sul luogo, riscontrando poi i dati con le telefonate avvenute fra Belville e Gigliotti poco prima dell’esplosione.
Le registrazioni e le immagini, spiegano gli inquirenti, dimostrerebbero che i due giovani, dopo essersi accordati telefonicamente, si sarebbero incontrati incontrino nei pressi della abitazione del primo, avrebbero poi attraversato la città a bordo di un motorino condotto da GigliottI e, giunti in via Piave, avrebbero collocato l’ordigno per poi darsi alla fuga senza preoccuparsi della presenza, nei pressi, di persone che solo per un caso fortunato non rimasero coinvolte nell’esplosione che, certamente, avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi.
(aggiornata alle 10:50)