Decreto su Aci-Pra e Motorizzazione: perché è una riforma sbagliata
Venerdì scorso, le organizzazioni Sindacali Aci, Cgil Fp, Cisl Fpe Uilpa hanno organizzato un presidio di protesta davanti al Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, contro la riforma dei servizi gestiti dall’Aci che, introducendo il documento unico dell’auto, di fatto prefigurerebbe, a loro dire, un arretramento del servizio pubblico sia in termini di presenza sul territorio sia di qualità del servizio, senza, peraltro, apportare nessun significativo risparmio per il cittadino.
I sindacati chiedono un confronto con i Ministri Madia e Del Rio per evidenziare le criticità della riforma, sia per il servizio pubblico che per i lavoratori. Contemporaneamente hanno indetto in tutti gli uffici Aci del territorio nazionale, Calabria compresa, assemblee a sostegno della vertenza.
Anche l'ufficio di Catanzaro ha aderito all'iniziativa per ribadire come il documento unico, così come previsto dallo schema di Decreto adottato dal Governo “Non realizza alcun vantaggio per il cittadino” affermano, e “Non prevede nessun risparmio e nessuna semplificazione.”
Per l’Automobile Club, invece, “determina il venir meno dei servizi oggi garantiti dall’ACI, con ulteriori complicazioni delle procedure e possibili aggravi di costi e perdite di tempo per i cittadini. Un ritorno ai fastidiosi, odiati ed anacronistici bollettini postali, con un aggravio di costi per i cittadini automobilisti. Ad oggi, infatti, l’uso della moneta elettronica, esiste solo presso gli uffici ACI-PRA, secondo una logica di modernità e coerenza con le recenti normative, in favore dell’utenza automobilistica. Nessun risparmio sulle tariffe di bolli e IPT”.
Inoltre si paventerebbe “Una eventuale e non certa adozione e quantificazione degli stessi, è infatti rinviata e demandata ad un futuro decreto che “dovrebbe” essere fatto ad aprile 2018”, una “Minore presenza di uffici pubblici sul territorio; Meno servizi diretti all’utenza debole (oggi solo gli uffici ACI-PRA garantiscono i servizi a domicilio per chi pur avendo necessità, per svariati motivi, non può recarsi presso gli sportelli).
Ed ancora “Maggiori costi per le pratiche auto, derivanti dalla necessità di ricorrere all’intermediazione privata delle agenzie pratiche auto, che non sono certo enti/associazioni di volontariato e di beneficienza Minore affidabilità dei dati contenuti nel “nuovo” Pubblico Registro Automobilistico con minore tutela per la proprietà dell’auto e per la collettività, che si andrebbe a determinare con il sistema delineato dalla riforma. Perdita di migliaia di posti di lavoro, dal momento che l’impianto delineato dal decreto non prevede nessuna tutela, e quindi mette seriamente a rischio, per i lavoratori ACI e delle società collegate”
Per l’Aci, pertanto, si sarebbe davanti “ad una finta semplificazione che maschera uno svilimento delle professionalità di tutti i lavoratori ACI, un danno per l’utenza, un arretramento del servizio pubblico ad esclusivo vantaggio dei privati e che sottovaluta l'impatto occupazionale, che porterà a possibili ulteriori fasi di conflittualità sociale... una riforma sbagliata che penalizza cittadini e lavoratori”.