Rete 65 Movimenti: decreto 378 è una truffa ai danni degli studenti disabili
Per la Rete dei 65 movimenti è una settimana di passione “per la scuola italiana e la società civile. La giornata di venerdì 7 aprile – spiegano - è stata agonia e, infine, lutto. In Italia quest'anno il Venerdì Santo viene anticipato di una settimana".
La Rete sostiene dunque di restare “in allerta più che mai sul gravissimo scenario di questi giorni. Non bisogna essere dei costituzionalisti o dei raffinati giuristi, per accorgersi che la via seguita nel portare a compimento il disegno della "Buona Scuola", con enormi sacrifici per la nazione intera e a tutti i costi, non sia stata altro che una beffa, un prevedibile e scontato bluff, nonostante l'imbellettamento ai nefasti decreti delegati della legge 107/2015, ma soprattutto tacitando ogni voce contraria”.
“Da gennaio a oggi – spiegano - abbiamo assistito a un'autocelebrazione inarrestabile, ritmata propagandisticamente da spot mediatici sulle fasi dell'iter legislativo, percorso in tutta fretta tra Natale e Pasqua, cercando di annullare gli effetti di quell'inequivocabile NO ricevuto il 4 dicembre 2016 e di cancellarne la memoria, con proclami di ascolto, audizioni farsa e teatrini, a cui alcuni sono affluiti perfino con fervore e speranza. Ma hanno poco di che festeggiare coloro i quali si sono eretti a salvatori della patria e dei più nobili diritti a colpi di spugna, imbevuta nell'acqua sporca”.
Per la Rete è necessario ripetere ancora una volta “a eventi avvenuti (o "a giochi fatti", ma ci rifiutiamo di usare questa espressione perché tutto questo non è, purtroppo, un gioco), che i decreti delegati della "Buona Scuola" sono un attacco al midollo della nostra democrazia, poiché sottraggono opportunità di educazione e istruzione ai giovani cittadini italiani e rispondono esclusivamente a esigenze poco nobili di bilancio, corporativismo, precarizzazione e privatizzazione spinta.
Prova ne sono, per citare gli esempi probabilmente più feroci, i decreti delegati sull'inclusione, l'infanzia e il reclutamento, cartina al tornasole della salute della scuola italiana. Queste azioni sono tanto più gravi perché sono state compiute nello svilimento e nel tradimento dei principi, delle finalità, dei modi e, non in ultimo, del linguaggio. La "Buona Scuola" non è buona e non lo sarà mai”.
La Rete dei 65 movimenti (organismo che riunisce più di 110 associazioni e comitati di genitori, docenti, assitenti scolastici specializzati, personale ATA e che ha l'adesione di garanti per l'infanzia, magistrati, avvocati, pedagogisti, medici, dirigenti NPIA, sigle sindacali, partiti politici, sindaci e consiglieri comunali) ha recentemente scritto al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, perché non firmi il decreto delegato 378, che riguarda la riforma dell'inclusione scolastica della Scuola Pubblica Italiana.
Il movimento, poi, si sta battendo da ottobre dell’anno scorso per la richiesta del ritiro del decreto, così come è stato scritto dal Partito Democratico, e chiede la sua riscrittura in sede di Osservatorio Permanente per l'Integrazione degli studenti con disabilità al MIUR, “l'unico organismo di consulenza legislativa veramente idoneo a vagliare qualsiasi testo in una materia così delicata”.
Dopo un incontro con la Ministra Fedeli, avvenuto lo scorso due marzo, molteplici iniziative, appelli e tentativi di dialogo con le istituzioni, con gli esponenti di vari partiti e delle Commissioni coinvolte a dare pareri su questo Atto del Governo numero 378, la Rete (eccetto i voti contrari nella Commissione al Senato, per i quali ringraziamo ufficialmente i senatori che con coerenza hanno votato per il no, tra questi, di certo, i senatori di Sinistra Italiana e del Movimento 5 stelle, e probabilmente anche altri due coraggiosi senatori all'opposizione) non ha a oggi ottenuto in Parlamento la tutela chiara e unanime dei diritti allo studio, all'educazione e all'istruzione degli oltre 240 mila studenti con disabilità italiani, anzi.
“Se l'atto concluderà il suo iter legislativo previsto per il 17 aprile, cioè tra pochi giorni – viene sostenuto - significherà che il prossimo anno scolastico gli alunni con disabilità si troveranno senza alcuna certezza sui docenti di sostegno, sugli assistenti specialistici, preposti e previsti dalla legge 104/1992, e avranno - questo è certo - i bidelli, già sovraccaricati di lavoro, a provvedere alle loro necessità igieniche e a mensa, con gli effetti che tutti, anche i non esperti del settore, possono immaginare, con ricadute disatrose anche sul resto della classe”.
“Il Governo – proseguono dalla Rete - si accorgerà del danno arrecato alle casse dello Stato Italiano, quando i tribunali saranno intasati dai ricorsi, alunno per alunno, per quanto concerne l'inadeguatezza di tutti i servizi da erogare. La Rete non ometterà di ricorrere alla stessa Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per le azioni discriminatorie e vessatorie, che verranno irresponsabilmente compiute a danno degli alunni e degli studenti italiani con disabilità”.
Per questi motivi “seri” la Rete dei 65 movimenti si appella al Presidente della Repubblica (anche attraverso un video che in queste ore sta circolando in maniera virale su Facebook e nei social), “che – afferma - è l'ultimo baluardo a difesa dei diritti fondamentali in questa brutta vicenda, l'unico che può approvare o rifiutarsi di approvare questa legge. Le ragioni sono chiare e adesso il Presidente Mattarella potrebbe decidere di non firmare il decreto, con un atto che è previsto dalla nostra Costituzione e che ricade nei Suoi poteri. "Faccia costuire l'Osservatorio, cui possa partecipare anche una delegazione della Rete dei 65 movimenti, per dare vita a una reale riforma che includa tutti, nessuno escluso, Presidente Mattarella. Ci ascolti".