Tenta di compromettere asta giudiziaria per difendere la propria attività, arrestato
Il capannone dove svolgeva la sua attività di rimessaggio e rivendita di natanti era già da tempo sottoposto a procedura esecutiva immobiliare. L’immobile, infatti, rientrava fra i beni oggetto di asta giudiziaria e finalmente la procedura di vendita all’incanto stava per concludersi.
Tre gli acquirenti che pronti a perfezionare l’aggiudicazione ma lui, A.G. di 46 anni, proprio non ci stava. Prima velate minacce, poi intimidazioni, fino ad arrivare a vere e proprie aggressioni pur di non perdere la disponibilità del capannone.
Sono solo alcune delle condotte che l’uomo avrebbe messo in atto, dallo scorso settembre, ai danni dei potenziali acquirenti oltre che dei loro congiunti e persino del custode giudiziale. Infatti, servendosi della forza intimidatrice e della violenza, avrebbe cercato in tutti i modi di minare il corretto svolgimento delle procedure di aggiudicazione.
Iniziando proprio dagli aggiudicatari. Continue minacce, dalle più lievi fino a quelle di morte. “Non ci metto molto a pagare un ragazzo 200 euro per farvi ammazzare…”, “…mu ti scannu come nu caprettu”, “…st’annu Natale non se lo fa nessuno”. Queste sarebbero alcune delle sue parole, ma che non bastano.
E allora ancora minacce e percosse ai danni del padre di uno di loro. Nei confronti di uno sarebbe giunto infuriato presso la sua commerciale e aggredendolo, prima verbalmente e poi fisicamente, causandogli un trauma facciale e la lesione di un timpano. Ma anche questo non gli sarebbe servito a farlo desistere e, quindi, l’attenzione si sarebbe concentrata sul custode giudiziale dell’immobile in vendita.
Lo sgombero, infatti, era alle porte. Il 27 marzo era stato l’ultimo giorno, poi i locali avrebbero dovuto rimanere liberi. Allora, avrebbe dapprima tentato di costringere il funzionario a far desistere le persone interessate, poi lo avrebbe minacciato, intimandogli di versargli tremila euro al mese qualora la procedura si fosse perfezionata correttamente e lui non avesse più potuto esercitare la propria attività.
Fortunatamente, le parti offese non si sono lasciate intimidire e hanno deciso di denunciare tutto ai Carabinieri della Stazione di Lamezia Terme Principale che, con una attenta e meticolosa attività d’indagine, hanno potuto ricostruire tutte le fasi della vicenda.
Nella serrata di ieri, pertanto, è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale e l’arrestato è stato sottoposto ai domiciliari a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.