Anoressia e bulimia, esperti a confronto a Rossano
Dal bisogno oggettivo di sensibilizzare, soprattutto, le nuove generazioni sul corretto uso degli anabolizzanti e degli integratori, una farmacia locale ha programmato e realizzato due incontri presso l’Itas e l’Itc di Rossano per dei concreti momenti di formazione e confronto con i giovani studenti.
L’iniziativa rientra nell’ambito di diverse attività socio sanitarie promosse nella città bizantina: volta per volta una tematica diversa. Gli ultimi due incontri, in ordine di tempo, realizzati presso le scuole, hanno trattato il tema del “mito della bellezza ... pericolosa".
Due appuntamenti in cui si è parlato dunque dell’anoressia e della bulimia, soprattutto, nell’età adolescenziale. Il compito di introdurre e coordinare i lavori nei due plessi scolastici rossanesi è toccato al sociologo e giornalista Antonio Iapichino che, parlando dei mutamenti sociali, ha evidenziato ciò che può essere definita come omologazione generazionale.
Da qui l’introduzione alle attività previste per la giornata di lavoro nelle due scuole guidate dalla dirigente Anna Maria Di Cianni. La prima relazione è stata curata da Valentina Pometti, biologa nutrizionista. Nel trattare il tema "Cibo ed emozioni", ha sottolineato che le abitudini alimentari trasmettono informazioni sulla nostra identità individuale e sono anche un veicolo di comunicazione all’interno del gruppo (familiare, sociale) e rispecchiano atteggiamenti e abitudini che i genitori, in particolare la madre, trasmette ai figli.
“Nessuno di noi, infatti, ‘mangia’ solo sostanze inerti, ma anche simboli, tradizioni, abitudini associate agli alimenti e fortemente radicate nelle relazioni affettive, sociali e collettive”, ha affermato la professionista.
Pometti, inoltre, ha fatto notare che tra l’alimentazione e la sfera emotiva esiste uno stretto legame. Un rapporto disfunzionale con il cibo ha radici profonde. Qui l’educazione alimentare intesa come prevenzione primaria riveste un ruolo importante. “Bisogna amare se stessi”, ha detto, “e non avere paura del cibo. Perché in fondo il cibo è il primo gesto d’amore”.
Giuliana Morani, psicologa clinica, ha relazionato su "Anoressia e bulimia, parliamone!". La professionista ha esposto le caratteristiche principali dei disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), sottolineando che “il rapporto non sano con il cibo esprime una difficoltà dell’adolescente nelle relazioni con il mondo esterno e con il proprio mondo emotivo. Difficoltà – ha aggiunto - che utilizzano come canale di espressione il cibo”.
Ha così esposto i fattori di rischio che predispongono allo sviluppo della patologia e sottolineato come i modelli sociali incentrati sull’apparire facilitino nelle ragazze la ricerca di una magrezza eccessiva e pericolosa. Ha concluso poi con l’importanza di fare affidamento per la cura di tali disturbi a un’equipe multidisciplinare che affronti la problematica da diversi e sfaccettati punti di vista: medico, psicoterapeuto, nutrizionale, psichiatrico, al fine di affrontare le cause profonde del disturbo e dare un significato alla sofferenza espressa dal sintomo.
I lavori sono stati conclusi da Eliana Noto, farmacista, che ha trattato il tema "Integratori e anabolizzanti... istruzioni per l'uso." Un intervento ricco di contenuti, durante il quale, facendo riferimento alle relazioni precedenti su anoressia e bulimia, ha parlato della vigoressia o reverse anorexia (un’altra faccia della stessa medaglia).
Quindi, ha evidenziato quella che rappresenta una nutrizione intelligente, che determina il benessere del corpo e della mente, associato al necessario equilibrio dell’utilizzo di integratori. Ha informato e sensibilizzato la platea sul bisogno di non esagerare con l’uso scorretto ed eccessivo soprattutto degli anabolizzanti perché potrebbero determinare gravi danni per la salute dell’individuo.
Ai giovani studenti Noto ha lanciato l’appello di ragionare con la propria testa senza lasciarsi affascinare da eventuali mode passeggere, “spesso lanciate su Internet per attirare l’attenzione dei giovani adolescenti, ancora insicuri e inesperti, sfruttando la loro debolezza, soprattutto psicologica, per scatenare in loro”, ha concluso “il bisogno di raggiungere una perfezione patologica”.