Otto scarcerazioni a Catanzaro, Coisp chiede ispezione nel Palazzo di Giustizia
Otto arresti per furto di energia elettrica non convalidati dal giudice di Catanzaro “perché non si è in grado di quantificare la durata e l'entità del prelievo, considerato anche che la società ha una notevole capacità economica".
A denunciarlo è il sindacato di polizia Coisp della Calabria, invocando un'ispezione ministeriale nel Palazzo di giustizia. "Polizia e Carabinieri, in un'operazione interforze - ha spiegato il segretario della Sigla indipendente di polizia - hanno attuato una serie di controlli nella zona di viale Isonzo, nella giornata di mercoledì. Un quartiere ad alto rischio criminalità, dove ogni minimo segnale diventa fondamentale per contribuire a restituire un minimo di legalità”.
“Al termine di controlli complessi, considerato il clima che caratterizza il quartiere – ha proseguito - sono state arrestate otto persone accusate di furto di energia elettrica. Nell'udienza di convalida il giudice di Catanzaro ha, però, stabilito che gli arresti non andavano convalidati".
Per Brugnano, dunque, si sarebbe davanti ad uno Stato “che non riesce a garantire il rispetto delle proprie leggi. Uno Stato – afferma - in cui un giudice può decidere di non applicare la norma attaccandosi ad una interpretazione illogica ed irresponsabile, che alimenta tensioni e illegalità”.
“Spiace dover essere così duri – si giustifica il segretario del Coisp - ma non convalidando quegli arresti, la giustizia ha lanciato un messaggio chiaro in un quartiere difficile: continuate a delinquere senza il rischio di pagare nulla. Come operatori di polizia - ha proseguito Brugnano - ci sentiamo mortificati, umiliati e abbandonati da uno Stato che, attraverso i suoi apparati, non riesce a garantire alcuna tutela delle leggi e del nostro lavoro”.
Il Coisp, pertanto, si dice stanco “di subire umiliazioni nel rappresentare lo Stato nelle battaglie di ogni giorno, mentre altri vivono comodamente seduti in uffici dorati, infischiandosene delle conseguenze catastrofiche che una loro decisione può creare. Ci auguriamo - conclude il sindacato calabrese - che il Ministro della Giustizia invii immediatamente una ispezione negli uffici del giudice di Catanzaro che ha assunto questa decisione".