Le opere di Gianfranco Meggiato al parco della biodiversità
Dal 10 giugno al 1 ottobre, Gianfranco Meggiato (Venezia, 1963) è protagonista a Catanzaro con un nuovo progetto site specific che coinvolge i più importanti spazi espositivi della città calabrese, dal Parco della Biodiversità Mediterranea al Museo Marca, dal Parco Archeologico di Scolacium al MUSMI - Museo Storico Militare.
Il fulcro della mostra, curata da Luca Beatrice, organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, in collaborazione con Arte Elite, ruota attorno al Giardino delle Muse silenti, ovvero la grande installazione ospitata dal Parco della Biodiversità Mediterranea, all’interno del Parco Internazionale della Scultura che accoglie i protagonisti della scultura internazionale quali Dennis Oppenheim, Tony Cragg, Jan Fabre, Mimmo Paladino, Antony Gormley, Wim Delvoye, Marc Quinn, Stephan Balkenhol, Michelangelo Pistoletto, Mauro Staccioli, Daniel Buren e H.H. Lim.
L’opera segna una svolta nella produzione plastica di Gianfranco Meggiato. Abituato a ragionare e a confrontarsi con le grandi superfici, con questo lavoro, tuttavia, l’artista veneziano inizia ad affrontare la pratica installativa di dimensione monumentale. Il Giardino delle Muse silenti è, infatti, un labirinto che occupa un diametro di 20 metri. Il tema del labirinto, che costituisce una delle cifre stilistiche della ricerca plastica di Meggiato, è stato fin dall’antichità classica, soprattutto mediterranea, metafora della condizione umana e della sua ricerca interiore e si associa con la tecnica scultorea, da sempre considerata l’espressione più matura della civiltà del Mediterraneo.
La mostra, ma sarebbe meglio definirla una complessa iniziativa con un valore non solo artistico, si configura come una profonda riflessione di carattere sociale che non si ferma a una pura questione di forma, di bellezza. Con il Giardino delle Muse silenti, Gianfranco Meggiato si confronta con argomenti di forte rilevanza, come quello, estremamente attuale, della guerra e delle sofferenze che colpiscono la popolazione civile.
Il labirinto, sarà costruito utilizzando i sacchi di iuta riempiti di sabbia, come quelli che si usano nelle zone di guerra per proteggersi dai proiettili delle armi da fuoco o dalle schegge delle bombe. Saranno sette sculture nere, le Muse silenti, ad accompagnare il visitatore al centro dell’installazione. Qui come ideale punto di arrivo, s’incontrerà una ottava scultura, l'unica dal colore bianco, intitolata Il Mio Pensiero Libero.
“Queste sculture monumentali - afferma Gianfranco Meggiato - stanno a indicare che solo l'arte, il libero pensiero e l'acquisizione di consapevolezza e non le armi, possono salvare l'uomo da se stesso. L'uomo non ha bisogno di sovrastrutture ma direttamente dovrà percorrere con l'umiltà dell'apprendista il proprio individuale labirinto per arrivare alla conoscenza, per compiere la propria esperienza del finito”.
Il richiamo agli argomenti militari trova un suo naturale sbocco negli spazi del MUSMI - Museo Storico Militare, che custodisce cimeli, armi e divise relativi a un periodo che va dall’età napoleonica alla seconda guerra mondiale, dove sarà posta Matrix, un insieme di cubi a costituire una sfera, dal quale ne fuoriesce uno che si libera dall’intreccio. Il percorso espositivo prosegue quindi al MARCA - Museo delle Arti di Catanzaro, diretto da Rocco Guglielmo, che accoglie otto opere di medie dimensioni e una grande stele, posta al centro del cortile interno, e si chiude idealmente nel Parco Archeologico di Scolacium con Verso la libertà, una grande scultura, lunga 4 metri.