Arresti Cara Crotone: "Rifondazione nel 2006 denunciò la situazione”

Crotone Attualità

Stiamo parlando con gli immigrati che sono rinchiusi qui ed emergono dei casi assurdi. C’è una donna incinta all’ottavo mese che, contrariamente a quanto prevede la legge, è in questo posto da più di 60 giorni”. Così, nel 2006, Francesco Caruso, all’epoca deputato di Rifondazione Comunista, denunciava la situazione del centro di accoglienza per migranti di Crotone, dove si era barricato per protesta assieme alla collega deputata Haidi Giuliani. Non è stata l’unica volta che il nostro partito ha cercato, nel corso degli anni, di attirare l’attenzione su questo posto lungo la Statale 106 calabrese, in cui l’odore del malaffare era percepibile da tempo”. Lo sostiene Pino Scarpelli segretario regionale di Rifondazione comunista.

“Già nel 2005 un altro nostro rappresentante parlamentare, Ramon Mantovani, aveva fatto sentire la sua voce dopo aver visitato la struttura. E da allora più volte abbiamo chiesto di fare chiarezza su quanto avveniva a suon di ispezioni, denunce e interrogazioni parlamentari. Non ci sorprende pertanto, la notizia dell’arresto di 68 persone, molte della quali appartenenti al clan Arena di Isola Capo Rizzuto, che avevano messo le mani su milioni di euro di fondi Ue per la gestione dell’accoglienza.

“Una notizia che accogliamo con soddisfazione e complimentandoci con quanti hanno lavorato a quest’inchiesta che finalmente porta alla luce il vergognoso business che le cosche e pezzi collusi della società civile avevano messo in piedi sulla pelle di chi già proveniva da situazioni difficili. Ma vergognosa è anche la reazione di alcuni leader politici che nel commentare quanto accaduto non trovano di meglio da fare che prendersela ancora una volta con gli ultimi, le vittime di questo perverso gioco criminale, i migranti la cui unica colpa è quella di essere finiti nelle mani di gente senza scrupoli.

“Così, anche oggi, il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, coglie la palla al balzo per parlare di “invasione” e di “sostituzione etnica”. Parole prive di senso che dimostrano la sua totale distanza dalla realtà dei fatti. Noi di Rifondazione Comunista speriamo invece che questa inchiesta possa essere ulteriore elemento di riflessione intorno a un sistema che ha troppi lati oscuri”.